REGGIO EMILIA – Con la vendita a Iren della divisione ambiente per 90 milioni di euro, il commissario liquidatore di Unieco Corrado Baldini ha condotto in porto il passaggio chiave dell’intera procedura.
Quella di Unieco è di gran lunga la più riuscita fra le operazioni di liquidazione dell’ultimo decennio. In tre anni Baldini ha recuperato circa 165 milioni di euro: quasi il triplo rispetto a Coopsette, Artoni e Muratori Reggiolo, 4-5 volte più di Mariella Burani, Orion e Kerself.
L’entità delle entrate va naturalmente confrontata con il passivo, che nel caso di Unieco è di 502 milioni di euro. Ma i buoni risultati della procedura sono innegabili e sono da ricondurre alle caratteristiche del gruppo: a fianco del settore immobiliare, la cui crisi ha causato il dissesto, c’erano partecipazioni di valore come quella nel settore ferroviario (Clf) e attività industriali nel settore dei rifiuti, talmente robuste da sopravvivere al crollo della casamadre. Il prossimo incasso del corrispettivo delle vendita dovrebbe dare impulso ai piani di riparto fra i creditori.
L’esito finale della gara per Unieco Ambiente ha però anche un altro significato, anche questo positivo. Una realtà industriale solida e redditizia, che conta 35 impianti in 5 regioni, esce dal perimetro cooperativo per entrare a far parte di un gruppo controllato da azionisti pubblici. Negli ultimi anni Iren, nelle sue politiche di acquisizioni, ha spesso privilegiato altri territori investendo molto in Piemonte e in Liguria. Questa volta ha scelto Reggio Emilia.
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