REGGIO EMILIA – Mossa a sorpresa di Ferrarini Spa. L’azienda ha ritirato la proposta di concordato e ha ottenuto dal tribunale reggiano 60 giorni di tempo per presentare un nuovo piano. Difficile, a questo punto, che l’adunanza dei creditori, già rinviata due volte, possa svolgersi come previsto l’8 luglio.
Banche, fornitori, agenti, negozi, obbligazionisti: è lungo l’elenco dei creditori di Ferrarini Spa. Sono circa 1.500 quelli che il commissario giudiziale Bruno Bartoli ha ammesso allo stato passivo, per un ammontare complessivo di 193,5 milioni di euro. La parte del leone in termini quantitativi la fanno naturalmente le banche: la più esposta è Unicredit, con 31,8 milioni di crediti, seguita da Intesa-Sanpaolo con 20,4 e dal Mediocredito Centrale con 6,6 milioni. Ma ci sono anche Montepaschi Siena, Banco Bpm, Bper, Bnl, Credit Agricole e molti altri istituti. Spiccano i 36 milioni di debiti verso gli obbligazionisti e i 16,7 verso Simest, società del gruppo Cassa Depositi e prestiti.
Non ci sono però solo i debiti finanziari. L’azienda di Rivaltella deve quasi 600mila euro a Iren, 17mila all’Ausl di Reggio e 193mila al sistema Confindustria fra Unindustria Reggio, Unione Industriali di Parma e Assica, l’associazione delle aziende delle carni e dei salumi. Scorrendo l’elenco dei creditori, ci si imbatte anche in società della famiglia Ferrarini: la Saim chiede più di 2 milioni, l’azienda agricola Maria Licia Ferrarini 20.400 euro, le Corti di Filippo Re 207mila.
Colpisce nella lista dei creditori la sfilza di ristoranti, bar, trattorie, forni, salumerie e pasticcerie, quasi tutti per somme modeste. Fa eccezione la Trattoria da Rinnna di Albinea, che batte cassa per un credito di 16.500 euro.
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