REGGIO EMILIA – I prossimi 20 giorni saranno decisivi per il futuro di Vismara, uno dei tre pezzi del gruppo Ferrarini, in dissesto dal luglio 2018.
I creditori hanno infatti 20 giorni di tempo per approvare o bocciare la proposta concordataria presentata dalla casa madre per salvare il salumificio di Lecco. Il passivo è di 118 milioni di euro, di cui 84 verso i creditori chirografari. A questi ultimi l’azienda propone di accettare strumenti finanziari di partecipazione pari al 20% del credito vantato. Questi titoli renderebbero l’8,4% tra il 2026 e il 2028. Poi Vismara li riscatterebbe, versando ai creditori ciò che manca per arrivare al 20%.
E se l’azienda a quel punto non fosse in grado di pagare? All’adunanza è emerso un fatto nuovo: il Cda ha introdotto una modifica per cui i creditori conserveranno i titoli a tempo indeterminato, anche oltre il limite inizialmente previsto di 15 anni, percependo ogni anno un dividendo, fino al soddisfacimento integrale del credito.
La partita sembra molto aperta. I creditori, che saranno rimborsati al 100%, voteranno prevedibilmente a favore del piano e, anzi, alcuni lo hanno già fatto. Per i chirografari, invece, la prospettiva è diversa. A loro viene chiesto di accettare un piano che prevede rimborsi esigui, molto lontani nel tempo e per di più incerti, perché condizionati al verificarsi o meno di flussi di cassa positivi nella gestione di Vismara. Tra questi creditori, non è escluso che qualcuno preferisca il fallimento dell’azienda del gruppo Ferrarini, per avviare azioni di responsabilità e aggredire i patrimoni di soci e amministratori.
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