REGGIO EMILIA – E’ un accordo da quasi 335 milioni di euro quello raggiunto dal commissario di Unieco con Aco Spv, la società con sede legale a Milano che ha acquistato la maggior parte dei crediti vantati dalle banche nei confronti della cooperativa in liquidazione.
Aco, specializzata nella gestione di crediti deteriorati, ha rilevato i crediti di una quindicina di istituti. Le posizioni più rilevanti sono i 114 milioni del gruppo Montepaschi Siena, i 46 di Bper Banca, i 34 di Banco Bpm e i 29 di Cariparma. Il Credem ha invece ceduto i propri crediti – poco più 1,3 milioni – a un’altra società del settore, D21.4. Il commissario Corrado Baldini ha inserito tutti questi crediti nella versione aggiornata dello stato passivo, Per quasi tre quarti si tratta di crediti chirografari, ma 36 milioni sono stati inseriti in prededuzione, 24 sono stati classificati tra i crediti ipotecari e 27 fra i pignoratizi.
Il subentro di Aco Spv risolve molti problemi, ma non tutti. Anche nella nuova versione, restano quasi 144 milioni di crediti delle banche esclusi dallo stato passivo. Il caso più clamoroso è costituito da 106 milioni di euro vantati da Intesa Sanpaolo. Il gruppo torinese chiede che gli sia riconosciuto il privilegio pignoratizio su un pacchetto azionario della società Tangenziale Esterna Spa, che era stato posto a garanzia della restituzione di un finanziamento di 104 milioni. Crediti che il liquidatore ha escluso bollandoli come “inesistenti e inesigibili”. In tribunale a Reggio pende un ricorso di Intesa contro lo stato passivo.
Tra coloro che non hanno motivo di gioire per le decisioni del commissario c’è anche Mauro Casoli. Allo storico presidente di Unieco è stato riconosciuto al chirografo un credito di 220mila euro per somme prestate alla cooperativa. Casoli però si è visto escludere altri 220mila euro che gli spetterebbero in seguito al suo recesso da socio nel 2015. Somme non dovute, secondo il liquidatore, perché manca l’approvazione del relativo bilancio d’esercizio.
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