REGGIO EMILIA – Dieci anni di distanza dal fallimento di Ifir, la finanziaria capofila delle attività di Antonio Rizzo e del fratello Carlo Salvatore, di quell’impero immobiliare restano solo tanti debiti e molti beni invenduti.
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Nelle prossime settimane, il tribunale metterà di nuovo all’asta due tra i cespiti di maggiore valore del fallimento Rizzo. Il primo è Palazzo Affarosi, residenza del Quattrocento nel centro storico di Reggio tra via Filippo Re e via Secchi: quattro piani con una corte centrale più il piano interrato. Il secondo è un’area con 10 lotti edificabili a Roncolo di Quattro Castella per la realizzazione di ville unifamigliari da 160-180 metri quadrati ciascuna.
I beni in vendita appartengono a Main Real Estate, una delle tre società di famiglia a cui i Rizzo, poco prima del fallimento di Ifir Holding, avevano trasferito buona parte del patrimonio immobiliare. Quei trasferimenti furono in seguito annullati dal tribunale su richiesta del curatore di Ifir Bruno Bartoli. La liquidazione del patrimonio di Main Real Estate è nelle mani del commercialista Mario De Lucchi, che dal 2017 sta cercando di vendere gli immobili. Operazione non semplice, considerando la situazione del mercato. Per fare un esempio Palazzo Affarosi, stimato 4 milioni di euro, andò all’asta la prima volta per 3. Questa volta l’offerta minima sarà di 1,155 milioni di euro.
Molti dei beni del fallimento sono oggetto di esecuzione immobiliare da parte delle banche per i mutui ipotecari che gravavano sugli immobili. Finora il commissario è riuscito a vendere una palazzina con vari appartamenti a Roncocesi, in via Scamozzi, e un terreno edificabile in via dei Templari, incassando complessivamente circa 480mila euro. Poca cosa rispetto al buco lasciato dal crac dei Rizzo: la sola Main Real Estate ha un passivo che supera i 60 milioni. Le somme recuperate da De Lucchi vengono riversate alla controllante Ifir.
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