REGGIO EMILIA – Quella di Daniele Rossi è una testimonianza diversa, anche se molti suoi colleghi, a Reggio come nel resto d’Italia, la sottoscriverebbero e lo stanno in effetti facendo anche via social in questi giorni. E’ la testimonianza di chi vede il bicchiere non solo mezzo vuoto. Daniele Rossi è il titolare del ristorante Cucine Clandestine di via dell’Aquila, in centro città: un’attività che ha appena compiuto quattro anni e che, come le altre, ha visto gran parte dell’ultimo di questi anni governato da misure anti assembramento, chiusure e orari ridotti. In questi giorni però sceglie di ringraziare chi aveva promesso quel ristoro che è arrivato. “Sono grato al Governo oggi, perché è riuscito a darci tempestivamente degli aiuti, sia a marzo sia all’inizio di questa settimana. Sono anche consapevole che sono aiuti che non possono essere risolutivi per le aziende”.
La cifra – che non vuole specificare per rispetto, dice, verso i colleghi ristoratori – è arrivata sul conto del ristorante con cinque giorni di anticipo ed è doppia rispetto ai contributi della scorsa primavera. “I soldi che sono arrivati non sono pochi – ha scritto su Facebook – anzi, per quanto riguarda l’economia del nostro ristorante sono sufficienti a coprire il mese previsto al momento di chiusura forzata. Se poi il periodo si allungherà ci sarà ovviamente bisogno di altro”.
Gli importi ristoro sono parametrati sui mancati guadagni e in media coprono il 40% del fatturato mensile. Sì, è chiaro che è meno di quanto gli esercenti avrebbero intascato, ma secondo Rossi ‘”nelle ultime settimane a noi proprietari di bar e ristoranti sono state rivolte le stesse attenzioni e la stessa solidarietà che a marzo-aprile erano toccate, giustamente, ai medici e agli infermieri. E io mi sono un po’ vergognato del vittimismo, spesso pretestuoso, di tanti miei colleghi”. Per poi finire con un appello alla solidarietà fiscale: “A chi ha di più, a chi più può, il Governo dovrebbe chiedere soldi per arginare la povertà e per redistribuire la ricchezza”.
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