CAVRIAGO (Reggio Emilia) – Una mascherina per proteggersi e proteggere gli altri dai rischi di contagio da covid19 durevole, riutilizzabile e riciclabile. ReMask il nome scelto. E’ la sfida vinta dall’azienda reggiana Ghepi, che ha sede a Corte Tegge. Un lavoro di ricerca e progettazione industriale avviato insieme a Provide Solutions della rete di imprese Operatech. Unindustria Reggio Emilia ha supportato Ghepi nella costruzione della rete di enti, fornitori e strutture che hanno favorito lo sviluppo del progetto. Il prodotto ha superato tutti i test previsti appoggiandosi al Tecnopolo Mario Veronesi di Mirandola, ed è stato avviato il percorso per la certificazione come “mascherina chirurgica tipo II” presso l’Istituto Superiore di Sanità.

Corpo e ghiera della mascherina sono realizzati in materiale biocompatibile, in particolare in polietilene a bassa densità (Ldpe), un polimero di alta qualità di cui si fa largo impiego nella produzione di dispositivi medici e riciclabile al 100%. Il filtro, fornito da Fbn Filtri di Novellara, è composto da un tessuto non tessuto a tre strati ad alta capacità di filtrazione, idrorepellente, senza fibra di vetro, senza colla, senza lattice e inodore. La sua modalità di ricambio permette di risparmiare il 75% di tessuto rispetto alle mascherine chirurgiche.
“In questi ultimi anni abbiamo investito molto in Ricerca e Sviluppo e tecnologie avanzate, nello studio di materiali all’avanguardia per applicazioni sfidanti, nella creazione di un sistema di servizi evoluti e modulari e nel miglioramento continuo dei processi per limitare l’impatto ambientale – spiega Mariacristina Gherpelli, amministratore delegato di Ghepi – quando è scoppiata l’emergenza ci siamo chiesti come avremmo potuto utilizzare queste competenze per dare una risposta efficace alla forte esigenza di dispositivi di protezione. Così è nata l’idea di ReMask. È stato un percorso impegnativo e sfidante, ma siamo soddisfatti del risultato, perché il prodotto ha tutte le caratteristiche che volevamo”.














