REGGIO EMILIA – Il ruolo dei bimbi nella diffusione del coronavirus è ancora allo studio. Quale sia la portata ancora non è nota e dunque si ragiona per precauzioni. In questo senso vanno le indicazioni del Governo prima di tutto di fare indossare la mascherina anche ai piccoli dai 6 anni in su, al di sotto di questa età può anche essere pericoloso. Ma secondo gli esperti prima ancora del dispositivo che si consiglia a più strati specialmente se fatto in casa e da proporre come un gioco, l’arma più valida pare sia il distanziamento sociale. Questa è la chiave quando si parla di bambini e ragazzini.
“La strada maestra è sempre quella del distanziamento sociale – spiega Pietro Ragni, responsabile del programma di rischio clinico dell’Ausl di Reggio – Se non si riesce a fare questo, allora si usa la mascherina. E’ molto importante perché riduce l’emissione di goccioline di saliva nell’ambiente. Importante anche l’igiene delle mani”.
E se il contagio pare al momento risparmiare o colpire comunque molto meno i bambini sono gli effetti psicologici su di loro che andranno attentamente valutati, gli amici spariti all’improvviso, cinque mesi di scuola persi e abitudini rivoluzionate. Cosa e come saranno capaci di elaborare tutto questo? Il consiglio è di stare loro molto vicini e non nascondere nulla, nemmeno le comprensibili paure che gli adulti stanno vivendo. “La prima cosa è fare bene i genitori. Stare con i bambini. Quando sono piccoli hanno ancora più bisogno. E serve sincerità, dire la verità, raccogliere anche la loro verità. Far capire loro che non sono soli”.
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