MONTECCHIO (Reggio Emilia) – Dopo la notizia dell’apertura di una inchiesta da parte della Procura su 18 decessi avvenuti durante la pandemia da Covid19 nella casa della carità di Montecchio, scende in campo anche il vescovo Massimo Camisasca. Lo fa prendendo le difese degli indagati, e rinnovando la sua fiducia nella magistratura. Infine una critica, nemmeno troppo velata, ai magistrati per la decisione di riesumare, tra le altre, anche la salma del vescovo emerito Paolo Gibertini.
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Nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Reggio Emilia in merito ai 18 decessi di persone anziane avvenute nella “Fondazione Casa della Carità San Giuseppe” di Montecchio Emilia tra febbraio e aprile 2020, nelle settimane più difficili della pandemia causata dal Covid-19, il vescovo di Reggio Emilia – Guastalla Massimo Camisasca, a nome della Diocesi, esprime piena solidarietà a don Angelo Orlandini, Parroco di Montecchio e Presidente della Fondazione. Contestualmente rinnova la propria stima nell’operato di Fabrizio Bolondi, Direttore della Fondazione, della dirigente Beatrice Golinelli, di Andrea Muzzioli, Responsabile del servizio di prevenzione e di protezione, e di Paolo Formentini, medico del lavoro. I cinque sono stati raggiunti da un avviso di garanzia. Il vescovo inoltre manifesta piena fiducia nell’indagine della Procura reggiana, certo che la correttezza del lavoro svolto presso la Casa della Carità San Giuseppe di Montecchio emergerà rapidamente.
Da ultimo, il vescovo, a nome della Chiesa reggiano-guastallese, non può esimersi dal dirsi contrariato e molto perplesso per la decisione di riesumare la salma di monsignor Giovanni Paolo Gibertini O.S.B., vescovo emerito di Reggio Emilia – Guastalla, deceduto il 3 aprile scorso presso la Casa della Carità San Giuseppe di Montecchio, un mese prima del compimento del 98° anno di età. Il vescovo Paolo, come tutti sanno, era ricoverato presso la struttura da molti anni ed era malato e debilitato a causa dell’anzianità da molto tempo.
La nota della casa della carità di Montecchio
Confidiamo pienamente nel lavoro degli inquirenti, ai quali assicuriamo la piena collaborazione alle indagini già manifestata in occasione di un’ispezione avvenuta qualche settimana fa all’interno della nostra struttura.
Per parte nostra siamo certi di aver agito correttamente e in modo esclusivo e senza riserve per il bene dei nostri ospiti in una situazione di estrema difficoltà, grazie alle competenze e ai sentimenti di prossimità che tutti i nostri operatori hanno espresso senza riserve.
Sebbene questo non lenisca alcuna delle sofferenze che anche noi abbiamo vissuto e continuiamo a vivere pensando a quanti sono scomparsi e alle loro famiglie, ci auguriamo che al più presto venga fatta luce sugli eventi oggetto di indagine, restituendo serenità professionale ai nostri operatori e offrendo verità a tutti, a partire dalle famiglie dei nostri ospiti, a proposito dell’assistenza prestata ai loro cari in un’emergenza che, siamo certi, non ha mai fatto venir meno l’adeguatezza del servizio e la dimensione di cura della persona che ispira la nostra Fondazione.
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