MONTECCHIO (Reggio Emilia) – Potrebbero essere riesumate venerdì le salme di 18 anziani morti nei mesi scorsi alla Casa della Carità di Montecchio. Le riesumazioni sono state ordinate dalla Procura per accertare se i decessi siano correlati al Covid nell’ambito di un’inchiesta che punta a verificare il rispetto delle norme di prevenzione del virus. Il Covid potrebbe essere entrato nella casa protetta di Montecchio all’inizio di marzo, in seguito al rientro di un paziente che era stato ricoverato al Franchini.
***
Già da un paio di mesi la mortalità nelle residenze per anziani era parsa come l’aspetto più critico della gestione dell’epidemia. Ora un’inchiesta della Procura, innescata dall’esposto di alcuni famigliari di anziani deceduti alla casa della carità di Montecchio, potrebbe scoperchiare un vaso di Pandora.
Un rapporto della Regione riferito al periodo inizio marzo-11 maggio dice che il 40% dei decessi legati al Covid in provincia di Reggio è avvenuto nelle case protette: 219 su 549 i dati relativi a quei 70 giorni. Il rapporto dice anche che la nostra provincia è la seconda in Regione dopo quella di Bologna per decessi da Covid nelle strutture per anziani.
I numeri dicono molto ma non possono dire tutto. Per molti anziani deceduti in quei mesi, ad esempio, non è stata accertata l’esistenza di un eventuale relazione fra il decesso e il Coronavirus. E’ ciò che potrebbe essere accaduto anche alla Casa San Giuseppe di Montecchio, dove fra febbraio e aprile morirono più di venti persone. Per 6 ospiti – 5 dei quali morti poi in ospedale – è stata accertata la positività, ma ad altri il tampone non è mai stato eseguito. Nel caso di Montecchio, il virus potrebbe essersi diffuso all’inizio di marzo, dopo il rientro di un ospite che aveva trascorso un periodo di ricovero al Franchini per altre patologie.
Se così fosse, potrebbe significare che i responsabili della struttura non hanno adottato tutte le misure necessarie per la sicurezza di ospiti e operatori. L’ipotesi investigativa è che i morti per Covid siano di più di quanto risultano dai numeri ufficiali e che le rigide norme di prevenzione del virus in vigore dalla fine di febbraio non siano state applicate in pieno, favorendo la formazione di un focolaio. Due le ipotesi di reato: omicidio colposo e delitto colposo contro la salute pubblica. La tesi difensiva è invece che i decessi per Covid registrati a Montecchio non siano stati determinati da negligenze dei vertici della Casa della Carità. I morti ufficiali per Coronavirus nelle case protette della val d’Enza sono stati nel complesso 46. Si sono contate 108 vittime nel distretto di Reggio, 30 a Castelnovo Monti, 18 a Guastalla, 14 a Scandiano e 3 a Correggio.
Leggi e guarda anche
Covid19, morti nella casa della carità: “Per i Nas era tutto in regola”. VIDEO
Covid19, l’inchiesta sui morti nella casa della carità di Montecchio: il vescovo difende i vertici
Reggio Emilia indagine Montecchio inchiesta Procura morti Casa della Carità salme da riesumareCovid19, morti sospette alla casa della carità: 5 indagati, 18 salme da riesumare. VIDEO