REGGIO EMILIA – Le ultime restrizioni anti contagio introdotte dal governo cambiano le abitudini anche dei reggiani, che non rinunciano però di vivere il centro storico, anzi. Il pieno di gente si è registrato soprattutto ieri pomeriggio, non senza qualche timore per quanto riguarda i gestori dei locali.
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“Abbiamo riscontrato una situazione di gran flusso dalle 16 in poi“, ci dice Luigi Gaetano della Gelateria Caffetteria “Crema e Cioccolato”.
“Avevamo pieno davanti e nel dehor dietro nel ristorante. C’è stato un momento, in quell’ora lì, che ci ha mandato un po’ in difficoltà, perché la gente era veramente tanta”, aggiunge Riccardo Paterlini della Caffetteria Macramè.
Un novembre dalle miti temperature fa da incentivo alla voglia di uscire. Si spiegano anche così i tavoli affollati nelle distese ma anche all’interno dei locali in centro storico. La concentrazione di clienti che si registra dalle 16 è l’effetto della serrata che scatta alle 18.
“Si infilano in ogni dove, tenere botta non è semplice, devi anche contingentare, mantenere il distanziamento, questa è sicuramente una cosa che è cambiata”.
Affollate sono risultate piazze e strade, come ad esempio via San Carlo. La nostra città non ha fatto differenza rispetto alle altre dell’Emilia, tra cui il capoluogo. Un pienone che come contraltare ha il monito lanciato nuovamente in queste ore dal ministro della Salute Speranza che invita i cittadini a “tornare allo spirito di consapevolezza che c’era a marzo“, dunque a “ridurre drasticamente le relazioni sociali“.
Il bollettino aggiornato sull’epidemia segna nelle ultime 24 ore sul nostro territorio, 304 nuovi positivi e una persona morta, di 99 anni. Ed è in particolare la crescita dei ricoverati in terapia intensiva che fa considerare in bilico il colore giallo assegnato alla regione, che segna un nuovo record di contagi. Il rischio, nel giro di una settimana, è di scivolare in zona arancione.
Nell’ambito dei comportamenti e delle abitudini, circa gli orari culinari e quelli da dedicare alla convivialità, era inevitabile un cambiamento. C’è chi lo ha accolto a malincuore chi invece di buon grado.
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