REGGIO EMILIA – “E’ scorretto considerare le scuole come luoghi tra i più sicuri dal contagio“. Lo afferma il sindacato di base Sgb di Reggio, che ha illustrato le ragioni di un sciopero indetto per venerdì, riguardante gli operatori dei servizi educativi e socio sanitari.
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“Non volevamo denigrare le comunità lavorative di queste scuole ma semplicemente sottolineare la gravità del momento”. A parlare a nome del sindacato è Giuseppe Raiola.
Il termine forte utilizzato dal sindacato generale di base è “lazzaretto”. L’appellativo è stato affibbiato alle scuole che in questi due mesi scarsi hanno riscontrato episodi di contagio da Covid\9. Istituti di ogni ordine e grado, elencati in una nota. Si va dall’Istituto Carrara di Novellara al Convitto Corso di Correggio, passando dal Liceo Ariosto, dalla primaria Pascoli di Poviglio fino alle medie Foscolo di Toano, appena riaperte dopo il blocco che era stato imposto il 28 ottobre.
“E’ evidente che le cose non stanno funzionando, ci sono enormi ritardi da parte delle Ausl, anche nella risposta alle autorità scolastiche, nelle operazioni di tracciamento, nella messa in quarantena”.
A livello nazionale venerdì 13 novembre è in programma uno sciopero che coinvolge i lavoratori delle associazioni, delle cooperative sociali e di tutte quelle imprese che operano, in appalto, nel settore socio assistenziali e in quello educativo. Un presidio si svolgerà a partire dalle 11 davanti alla prefettura.
“Con la prima ondata abbiamo assistito a licenziamenti o comunque a una forte decurtazione di salari di tanti lavoratori, precari e non, dipendenti di ditte private esterne”.
Un lockdown della scuola rischia di lasciare senza reddito gli educatori. E dimezzata, poiché in regime di cassa integrazione, potrebbe finire la busta paga degli operatori, ad esempio, dei centri diurni qualora si sospendesse il servizio.
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