REGGIO EMILIA – “Il problema principale è tracciare le persone. Chi arriva ad esempio dalla Romania in auto o come vuole, dopo è libera di girare”. “Se ci fosse la certezza che appena arrivano fanno il tampone, chiunque potrebbe gestire due giorni. Ma ci sono notizie contradditorie e le indicazioni cambiano ogni giorno”. A parlare sono Alberto Gallas, amministratore delegato di Gallas Group, e Alessandro Piccinini, responsabile di Privatassistenza.
Queste sono le preoccupazioni di due delle agenzie che nel reggiano incrociano domanda e offerta, e cioè famiglie che hanno necessità di assistenza e richiesta di lavoro da parte di badanti e colf. Un mondo che sta vivendo giorni di incertezza. Dopo il drastico calo di contratti nel periodo del lockdown – per il Gallas Group si è passati da un centinaio di nuove pratiche al mese a una trentina, Privatassistenza dice che chiuderà l’anno con la metà del volume d’affari del 2019 – da metà maggio c’era stata un’impennata. Adesso di nuovo la discesa, proprio in un mese, agosto, che è altissima stagione per questo tipo di attività, perché badanti e colf titolari tornano in patria e le famiglie cercano sostitute. Ma quest’anno è un po’ tutto fermo e su vari fronti: le assistenti famigliari rinunciano alle ferie per paura di non poter fare rientro, chi è costretta a tornare a casa non sa bene come comportarsi per il reingresso. Nel reggiano tra badanti e colf sono 7.600 i lavoratori nel settore. Nei giorni scorsi la Regione ha annunciato l’obbligo del tampone al rientro e di isolamento anche in caso di negatività al Covid.
“La famiglia che ha la badante in casa ha bisogno di assistenza, e se ne ha una in ferie di solito ha la sostituta, che occupa la stessa camera”, sottolinea Gallas. “Tra fine agosto e i primi di settembre teoricamente dovrebbero rientrare tutte, con i vari interrogativi del caso”, aggiunge Piccinini.
La Regione è al lavoro, assieme ai sindacati, per mettere a punto un protocollo che preveda la possibilità, per le badanti, della quarantena in albergo a carico della sanità pubblica, visto che la famiglia già dovrà pensare alle sostituzioni, e controlli a campione, ma anche sanzioni per lavoratori e famiglie in caso di mancato rispetto del protocollo stesso. Va detto che dal primo luglio a oggi, dei 175 nuovi casi di positività al Covid registrati in Emilia Romagna tra chi è rientrato dall’estero, solo 5 erano di assistenti famigliari. “In ogni caso come Italia soffriamo la concorrenza anche di altri Paesi europei, trattandosi di un lavoro di convivenza. In Italia una badante guadagna circa 1100 euro al mese, in Germania 1800”.
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