REGGIO EMILIA – Tante domande e poche risposte sul prossimo futuro, la preoccupazione, numerose incognite. L’impegno che ci poteva essere, però, c’è stato. La Provincia ha investito 2 milioni e 800mila euro per adeguare i 21 istituti scolastici superiori alle necessità di spazi chieste per la ripartenza.
Una ripartenza, quella del 14 settembre, che sarà per tutti e 23mila gli studenti reggiani in presenza; la didattica a distanza rimarrà, ma come risorsa complementare. Confermati anche i laboratori pomeridiani. Fondamentale, per consentire tutto questo, il sostegno della Regione al trasporto pubblico. Nelle ultime ore è arrivato il sì al finanziamento della richiesta dell’agenzia per la mobilità, ovvero la possibilità di poter percorrere 950mila chilometri in più sul bacino provinciale per portare tutti a scuola considerando il massimo consentito di capienza dell’80%.
“Abbiamo risorse per un milione e 700mila euro – ha dichiarato il presidente della Provincia, Giorgio Zanni – Vuole dire possibilità di corse bis e mezzi in più; dobbiamo ringraziare il presidente Bonaccini e l’assessore regionale Corsini”.
Le risorse per l’adeguamento delle scuole sono andate nella ristrutturazione, con interventi di edilizia leggera, e nell’affitto di spazi esterni anche per l’attività motoria, tra oratori, cinema e centri sociali; per i camminamenti, per il miglioramento della connettività e dei sistemi telefonici. Le voci sono state decine: per intenderci, oltre 40mila euro sono stati investiti in opera di facchinaggio, per sgombrare aule e corridoi di tutto il superfluo. L’ingresso orario per gli studenti sarà unico e per questo aumenteranno i punti di accesso di ogni scuola: il solo “Nobili” avrà 15 entrate.
“Ovviamente, per evitare assembramenti, è fondamentale la collaborazione delle famiglie – ha commentato la vicepresidente Ilenia Malavasi – I ragazzi si provino la temperatura tutte le mattine, se per caso si verificheranno sintomi a scuola il personale è pronto a intervenire”. In ogni istituto ci sarà uno spazio Covid dove isolare i possibili
contagiati. Fino a quando la stagione lo permetterà, per la ricreazione si sfrutteranno spazi all’aperto, poi nella stragrande maggioranza delle scuole gli studenti trascorreranno l’intervallo in classe, seduti, in modo da potersi togliere la mascherina per mangiare. Tante piccole grandi rivoluzioni per i ragazzi e allo stesso modo per il personale
scolastico.
Nel Reggiano si arriverà a un 90% di insegnanti sottopostosi al test sierologico: “Insegnanti e studenti hanno voglia di tornare – ha detto Fausto Fiorani, dirigente scolastico e coordinatore della rete provinciale degli istituti – E’ ovvio che qualche preoccupazione, legittima, ci sia. L’età media dei docenti è 50-55 anni”.
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