REGGIO EMILIA – La protesta di baristi e ristoratori che si sono radunati ieri pomeriggio, nel centro di Reggio, in piazza Prampolini per dire no alle nuove misure varate dal Governo per contrastare la diffusione del coronavirus. Una ottantina i partecipanti: un numero volutamente limitato nel rispetto delle misure di sicurezza sanitaria. Tutto si è svolto in maniera pacifica e senza tensioni, sotto lo sguardo di polizia e carabinieri. Una iniziativa promossa dalle associazioni di categoria i cui delegati sono stati ricevuti in Municipio dal sindaco Vecchi. Al primo cittadino hanno chiesto di farsi portavoce delle loro istanze nei confronti di Palazzo Chigi.
“Non sono chiusure parziali, questo è un lockdown mascherato”, dice il presidente di Confcommercio Davide Massarini. Glie fa eco il presidente di Cna Giorgio Lugli che auspica “ristori adeguati e immediati per le attività penalizzate”.
“I ristoratori hanno fatto tanti investimenti sulla sicurezza, è lo stato che non è stato capace di tracciare i contagi e non ha evitato ad esempio l’affollamento sui mezzi di trasporto”, ammonisce Ivo Biagini, al vertice di Lapam Confartigianato.
“I problemi del ritorno del virus vanno cercati altrove, non è un caso che i contagi siano aumentati dopo la riaperture delle scuole e con l’affollamento del trasporto pubblico”, conclude Dario Domenichini, numero uno di Confesercenti.
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(Corrado Bertozzi/Elite per Reggionline)
“Apprezziamo l’unitarietà della vostra azione come Rete imprese, questo permette chiarezza e interlocutori definiti mossi da obiettivi comuni – ha detto il sindaco Luca Vecchi – Comprendiamo la grave preoccupazione e la difficoltà degli operatori economici e le ragioni di protesta in particolare degli esercizi pubblici e delle piccole imprese, purché tali manifestazioni siano civili, cioè non vadano oltre il seminato. Il Paese è nuovamente in una fase critica sul piano sanitario e nel prossimo mese dobbiamo impegnarci tutti, cittadini e istituzioni, affinché un nuovo lockdown sia scongiurato. Dobbiamo sforzarci di evitare che fra un mese le restrizioni diventino maggiori: questo credo sia il senso essenziale del recente Dpcm. D’altra parte, mi è chiara la vostra difficoltà ad accettare le nuove misure.
La strada maestra è quella del ristoro immediato delle difficoltà economiche, a cui gli operatori vanno incontro; un ristoro intelligente, mirato, motivato e per questo realmente praticabile ed efficace. L’importante è che il Governo faccia presto. In questo senso come Amministrazione faremo quanto nelle nostre possibilità, per costruire un dialogo efficace e per rappresentare le caratteriste di urgenza di queste misure. Questa credo sia la strada più probabile e meglio praticabile, nel confronto. Il dialogo col Comune, così come durante il lockdown, è sempre aperto e ci rivedremo senz’altro anche nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.
Sul piano del metodo il percorso della trattativa resta comunque la via maestra e da parte nostra non vengono meno, oggi come in passato, la disponibilità al confronto e all’aiuto – ha concluso il sindaco – Potete uscire da questo incontro e comunicare ai vostri associati che da parte dell’Amministrazione comunale esiste la disponibilità a costruire insieme una piattaforma, locale oltre che nazionale, sui temi di questa fase così delicata”.
L’assessora Sidoli ha sottolineato “l’importanza di una programmazione condivisa, con le associazioni e gli operatori del commercio, delle iniziative che si potranno o non si potranno realizzare in città da qui a fine anno. Solo una progettualità operativa condivisa ai nostri tavoli di lavoro potrà permetterci di fronteggiare la ‘volubilità’ di un quadro epidemico che cambia di giorno in giorno. E’ insomma anche una questione di collaborazione metodologica che, come detto dal sindaco, ha dato buoni risultati anche qualche mese fa”.
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