REGGIO EMILIA – Il protocollo per la gestione delle lezioni in presenza non solo permette, ma impone di areare le aule. Qualche minuto al cambio d’ora e all’intervallo. Sembra però che alcuni docenti, particolarmente preoccupati o prudenti, abbondino, e che quei minuti diventino facilmente anche venti-venticinque. Succede dalla ripresa dell’anno scolastico, ma adesso c’è stato un brusco calo delle temperature. E il risultato, in qualche classe di qualche istituto, è questo: studenti, quelli seduti vicino alle finestre, che si mettono addosso coperte portate da casa o tengono i giacconi.
“Mi sembra una misura un po’ dannosa, specialmente per il fatto che si rischia di ammalarsi. C’è talmente freddo che mi porto una coperta da casa, accade anche di assistere alle lesioni con la giacca e la sciarpa”, ci dice uno studente.
Inizia a farsi strada un po’ di malcontento tra i genitori, che però ad ora non si è tramutato in reclami ufficiali. Arriva qualche lamentela da famiglie che hanno ragazzi all’Ariosto-Spallanzani e al Matilde di Canossa, ma sicuramente la situazione è ricorrente. In sostanza, l’oggetto della preoccupazione è: “I nostri figli non si ammalano di Covid ma con l’arrivo del freddo rischiano l’influenza”.
La preside dell’Ariosto-Spallanzani, Rossella Crisafi, parla di “aerazione corretta nell’istituto” e conferma il fatto che nessun genitore si sia ufficialmente lamentato di nulla.
Daniele Cottafavi, dirigente del Matilde di Canossa, invita anche lui le famiglie, qualora ce ne sia bisogno, a sfruttare canali comunicativi interni e, pur con le tante ansie del caso, a rimanere dentro un dialogo costruttivo ed equilibrato. “Siamo tutti sulla stessa barca – dice il preside – il problema è coniugare la sicurezza con le altre esigenze. Ci stiamo comunque organizzando per dotare di aste le aule provviste di vasistas, in modo da gestire meglio la situazione. Ricordiamoci anche che ci sono docenti fragili che per senso del dovere non lasciano scoperte le cattedre ma che sono anche molto esposti perché magari insegnano in dieci classi”.
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