REGGIO EMILIA – Torniamo a parlare di scuola, in particolare di didattica a distanza, modalità che da quasi un mese riguarda gli istituti superiori. Proteste di tipo spontaneo si sono registrate nella giornata di oggi.
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Un liceo ha addirittura issato bandiera banca. Il simbolo della resa è comparso a Correggio, davanti all’ingresso del Rinaldo Corso. Due drappi che sono stati posizionati da alcuni professori non in segno di rassegnazione bensì per sottolineare un’assenza che di giorno in giorno si fa sempre più pesante, quella degli studenti in aula. “Non c’è condivisione né complicità”, si legge sul manifesto che chiarisce il perché dei vessilli.
“Al più presto la scuola deve tornare in presenza ma per consentirlo occorre attrezzarsi fin da ora”, è invece l’appello di un gruppo di docenti del Bus Pascal. “Per metterci nelle condizioni di ripartire in gennaio, dovrebbero esserci già oggi dei tavoli operativi – spiega Cesare Grazioli, insegnante di Storia e Filosofia del Bus Pascal – Molte scuole anche a inizio anno non hanno fatto nulla per differenziare gli orari. Il vero tallone d’Achille è rappresentato dal trasporto pubblico”.
Diversi i destinatari del messaggio di sollecito. Si va dai genitori ai sindacati, passando per le principali istituzioni, ufficio scolastico compreso. “La riduzione quantitativa dell’offerta formativa crea sui giovani danni a lunga scadenza”, viene sottolineato. “I colleghi che si sono trovati con le classi nei laboratori, sono rimasti colpiti dal senso di spaesamento trovato negli studenti, quasi una regressione psicologica”, chiosa Grazioli.
Anche in viale Trento Trieste uno striscione davanti alla Filippo Re rivendica la necessità di un ritorno tra i banchi. “Solo in presenza facciamo la differenza£ è lo slogan che ha fatto il giro della rete assieme ad altre scritte comparse in altri luoghi della città.
Di buon auspicio suona l’annuncio del ministro Azzolina che punta a una riapertura graduale a partire dal 9 dicembre.