REGGIO EMILIA – Un po di tosse, una leggera difficoltà a respirare. Il sospetto che di questi tempi è quasi fisiologico, il timore di avere contratto il virus. Eppure ci si sente bene, le condizioni fisiche sono ottimali ma quella parola, “asintomatico” non ti lascia.
Allora, decido di consultare il mio medico di fiducia che a scopo precauzionale concorda sulla necessità di approfondire e così allerta l’Ausl. Questo prevede la procedura che verifico snella e veloce: la richiesta del medico parte al mattino, la telefonata dell’addetto dell’Ausl è nel tardo pomeriggio. Mi viene comunicato il giorno e l’ora per sottopormi al tampone.
Non senza preoccupazione il giorno stabilito arrivo a Guastalla, la postazione per i tamponi in modalità drive in è nell’area davanti all’ospedale, nel grande parcheggio in parte rivoluzionato. Mi metto pazientemente in fila. Davanti a me molte auto, sembriamo al casello autostradale invece stiamo per fare un viaggio verso il test che ci dirà se tutte le precauzioni non sono bastate e dovremo chiuderci in casa oppure no.
Due le infermiere addette all’esame, vestono le “divise” anti Covid che ormai abbiamo tutti imparato a riconoscere. Molto cordiali e disponibili e questo è di grande conforto. Arriva il mio turno: è davvero molto fastidioso e invasivo, fortunatamente le mani esperte e le istruzioni precise delle infermiere rendono l’esame tollerabile. Appena fatto serve qualche istante per riprendersi.
Il giorno dopo arriva il messaggio ed è quello sperato. Ci si sente quasi dei miracolati, ma ancora più determinati a mantenere tutte le precauzioni suggerite perché quella sensazione durante la fila, in attesa, non si dimentica.
Reggio Emilia ausl reggio emilia tampone emergenza coronavirus covid-19 fila tampone












