REGGIO EMILIA – Oggi il Ministero per la Salute ha dato il via libera alla produzione in Italia del test salivare, che in pochi minuti dà un risultato sensibile all’85%. Uno strumento che sarà molto utile in particolare con i bambini.
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Sono circa 3mila i bambini “fragili” in provincia, quelli che soffrono di malattie come diabete, o asma, su una popolazione che nella fascia 0-14 anni conta 80mila soggetti. E 30 di questi casi sono considerati gravi dall’Ausl: giovanissimi ad esempio affetti da patologie oncologiche o da serie disabilità. L’azienda sanitaria da oltre un mese è alle prese con l’aggiornamento del censimento di queste situazioni. E’ un’azione annuale, ma questa volta il monitoraggio punta e punterà a seguire in maniera particolarmente attenta questi bambini anche per il rischio Covid. Significa che se si dovesse verificare un caso di contagio nella classe di uno di questi ragazzini, verrebbe applicato un protocollo particolarmente stringente. Ma riaprire le scuole è indispensabile per Alessandro Volta, responsabile del programma materno infantile dell’Ausl: “Non significa che non ci sia preoccupazione – dice il pediatra – significa che la situazione verrà affrontata con gli strumenti a disposizione”.
Volta giudica molto favorevolmente l’utilizzo, sui bambini, del test salivare, che trova non l’anticorpo ma l’antigene: nelle ultime ore il ministero per la Salute ha approvato la produzione di un test rapido tutto italiano, capace di dare una risposta in tre minuti. Volta ricorda che, a differenza del tampone che ormai supera il 95% di affidabilità in presenza di sintomi, la sensibilità del test salivare è dell’85%, ma è un ottimo strumento di screening secondo il pediatra, e può essere fatto anche dal medico di base.
La preoccupazione per la riapertura delle scuole è diffusa anche tra gli infettivologi. “I giovani non sono immuni, il virus circola tra i bambini, dopo il nuovo picco del rientro dalle ferie ne avremo un altro con la riapertura delle scuole”, spiega Cristina Mussini.
L’attenzione rispetto alla prevenzione dovrà essere massima per tutelare i famigliari, i nonni in particolare. “Capisco le difficoltà economiche ma baby sitter giovani sarebbero meglio; al virus non è fregato niente del caldo, l’unico contenimento è stato il lockdown duro”.
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