REGGIO EMILIA – Sale a 27 il numero di tesserati della Reggiana positivi al Covid19. Si tratta di 21 calciatori e 6 componenti dello staff tecnico, compresi l’allenatore Massimiliano Alvini e il suo vice Renato Montagnolo. Lo conferma la società. Undici i nuovi contagi emersi al termine dei tamponi i cui esiti sono arrivati nella serata di sabato. I positivi restano in isolamento fiduciario. Per i pochi negativi l’attività resta comunque sospesa almeno fino a mercoledì, quando lo staff sanitario deciderà come e se riprendere.
In pochi giorni la situazione ha assunto, nello spogliatoio, contorni che nessuno avrebbe immaginato. Il calcio può attendere, per ora. Chi non vuole attendere è la Lega di serie B. La Reggiana dovrebbe scendere in campo sabato alle 16 a Salerno. Il forfait sembra a questo punto più che probabile. In base ai protocolli firmati, anche in presenza di positivi al Covid19 la squadra deve garantire la presenza di 13 calciatori, di cui un portiere. Sono 28 i giocatori in rosa. Ventuno quelli positivi al coronavirus. E non mancano gli infortunati. Il risultato è evidente. La Reggiana ha già usufruito del bonus stagionale per ottenere il rinvio del match contro il Cittadella. Se non giocherà a Salerno, la sconfitta per 3-0 a tavolino sarà inevitabile. Ma in questo momento non è la classifica che conta e non contano nemmeno i risultati del campo o le decisioni del giudice sportivo. Conta la salute. In seno alla squadra c’è preoccupazione, come testimoniano anche le parole di Ivan Varone: “Dopo l’infortunio è arrivato il Covid, un virus invisibile che ti impedisce di fare ciò che ami e soprattutto di avere accanto le persone a cui vuoi bene. Aspetterò impaziente che passi questo momento buio e torni a splendere il sole, non solo per me, ma per tutti”, ha scritto su Instagram.
Nel frattempo l’ultimo Dpcm firmato dal presidente del consiglio Conte ha disposto che si giochi sì, ma a porte chiuse, senza pubblico. Via anche i mille spettatori fino a oggi autorizzati a entrare negli stadi. Nel rispondere a chi gli chiedeva della possibilità di bloccare i campionati professionistici di calcio, il ministro degli esteri Di Maio ha detto all’Avvenire: “Il calcio è una grande industria, ma in questa fase sono altre le priorità. Ascolteremo con attenzione le valutazioni del Comitato tecnico scientifico”.
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