REGGIO EMILIA – La curva dei contagi sul nostro territorio mostra i primi segnali di appiattimento, anche se la situazione negli ospedali della provincia resta complessa. Il punto della situazione sulla gestione della pandemia oggi nella conferenza stampa settimanale dell’azienda Usl.
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“Possiamo avere un cauto ottimismo ma deve essere davvero molto cauto – dice la direttrice generale Cristina Marchesi – perché anche una debole flessione come quella che stiamo vedendo deve essere consolidata”.
Il primo segnale dell’appiattimento della curva arriva dal numero di tamponi richiesti dai medici di base per i sintomatici: erano 600 al giorno nelle prime tre settimane di novembre, oggi 300, la metà. Anche l’impatto sugli ospedali è diminuito: il 32% dei pazienti è ricoverato per Covid, contro il 45% dei giorni scorsi. Dei 460 posti letto destinati ai positivi, l’80% è occupato. Poi ci sono i malati non Covid. “A questa eterogeneità di pazienti si aggiunge anche la rigidità organizzativa e logistica imposta dalla netta separazione tra positivi, sospetti e negativi che rappresenta il filo conduttore di questa seconda ondata”, sottolinea il direttore del presidio ospedaliero del Santa Maria Nuova Giorgio Mazzi.
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I numeri al momento sono adeguati al fabbisogno, dice l’azienda, anche se due persone in condizioni di media gravità sono state trasferite all’ospedale di Piacenza. Oltre al limite dei 460 posti per i Covid non si può andare, per non sottrarre letti ai no Covid. Nel caso si procederebbe all’allestimento di un ospedale militare da campo. “E’ stata messa una opzione – ribadisce Marchesi – ci auguriamo di non doverlo usare”.
Al di fuori degli ospedali si sta cominciando a lavorare al piano per le vaccinazioni anti Covid: 14mila le persone, tra operatori sanitari e ospiti delle strutture protette, a cui dare la precedenza per la somministrazione delle prime dosi. E continua la sorveglianza degli 11 mila reggiani in isolamento. La novità riguarda l’invio di 2.300 sms ai contatti dei positivi con la richiesta di informazioni sullo stato di salute: in 200 hanno risposto di aver sviluppato i sintomi, in 1.700 di non averli avuti. A questi ultimi sarà dunque inviato il certificato di chiusura della quarantena. “Questo sms di autosorveglianza – chiosa Nicoletta Natalini, direttrice sanitaria dell’Ausl – è il primo passaggio per poi arrivare alle chiusure automatiche delle quarantene, poi sperimenteremo la stessa modalità anche con i casi”.
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