Covid19, 13 bimbi di 3 anni dell’asilo parrocchiale di Arceto in quarantena. VIDEO

SCANDIANO (Reggio Emilia) – Era aperta regolarmente questa mattina la scuola dell’infanzia parrocchiale di Arceto dove è stato riscontrato un caso di positività al coronavirus in un’insegnate. 13 bimbi sono stati messi in quarantena in attesa del tampone, così come due docenti. Abbiamo sentito l’assessore alla scuola del comune di Scandiano, Elisa Davoli.

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“Questa mattina ho sentito la responsabile, sono state solo 2 o 3 le famiglie che hanno ritenuto di tenere a casa i bambini, la scuola era aperta regolarmente”.
Sono 140 i bambini che frequentano la scuola dell’infanzia parrocchiale ‘Sebastiano Corradi’ di Arceto di Scandiano, divisi in sei sezioni. Il giorno seguente alla riapertura, il 2 settembre, un’insegnante di una sezione composta da 13 bimbi di 3 anni è risultata positiva al Covid. Asintomatica, ha eseguito il tampone dopo che in famiglia erano stati riscontrati altri casi, anche se in precedenza era risultata negativa al test sierologico. L’insegnante è subito rimasta a casa: aveva lavorato a contatto con i bimbi solo il primo giorno ma è scattato il protocollo previsto, per la prima volta in tutta la regione. I 13 bambini sono stati messi in quarantena per 14 giorni, così come la collega. In attesa del tampone che verrà eseguito la prossima settimana. Nessuna quarantena invece per i bimbi delle altre sezioni, non entranti in contatto, e per i genitori: se lavorano però ora dovranno prendere permessi per accudire i figli.
“Non sono entrati nella scuola, sono contatti di contatto e l’Ausl non ha ritenuto facessero la quarantena”.
Fortunatamente la sezione in cui insegnava la docente risultata positiva era stata divisa in due per consentire gli ambientamenti, visto che sono bimbi che cominiciano l’asilo quest’anno per la prima volta, gli altri 10 possono cominciare regolarmente da lunedì.
“La scuola ha provveduto ad assumere una nuova insegnante, l’aula della sezione è stata sanificata, non ci sono rischi. Subito tutte le famiglie sono state avvertite e la scuola dell’infanzia, che fa capo alla Fism – chiosa Davoli – ha gestito al meglio la situazione, mettendo in atto le procedure previste dalle autorità sanitarie. Ce lo aspettavamo, poteva accadere, ma non è il fallimento di nessuno, anzi”.

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