REGGIO EMILIA – Arancione scuro. Così ieri sera sono stati definiti 14 comuni dell’Emilia Romagna, territori in cui fino all’11 marzo ci saranno divieti più stringenti. Era nell’aria, come vi avevamo anticipato. Una decisione presa dal presidente della Regione sentito l’assessore alla Sanità e basandosi sui pareri delle Ausl locali. Le 14 zone fanno capo all’Ausl di Imola e vanno da Castel San Pietro a Medicina, da Dozza a Casalfiumanese, e poi sono dislocate nel confinante ravennate. I provvedimenti, che verranno ufficializzati con un’ordinanza regionale, ricalcano più o meno quelli di una e vera e propria zona rossa per quanto riguarda attività e spostamenti, anche se non vengono sospese quelle attività economiche che restano consentite nelle zone arancioni del resto d’Italia e della stessa Emilia Romagna.
Per la nostra provincia ad ora non ci sono valutazioni ufficiali in atto di simili ipotesi, anche se la zona della val d’Enza è monitorata, nel senso che si sta facendo particolare attenzione ad eventuali cambiamenti repentini e generalizzati nell’aumento dei casi Covid. Accade ad esempio per San Polo, Sant’Ilario e Montecchio. Il sindaco di quest’ultimo comune ha rassicurato i suoi concittadini con un video (gaurda).
Va ricordato che l’eventuale istituzione di una zona rossa, o arancione scuro, non dipende unicamente dal numero di casi, ma anche dall’andamento delle varianti Covid, e anche che provvedimenti regionali in questo senso sono a tutela dei cittadini stessi. La prevenzione, come ricorda il primo cittadino, è il faro guida.
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