REGGIO EMILIA – Intervista di fine anno, ieri sera a Decoder, con il sindaco Luca Vecchi. Tra i temi al centro del faccia a faccia, la situazione del nostro sistema sanitario e ospedaliero e la riapertura delle scuole dopo le feste.
“I rallentamenti della sanità nelle visite specialistiche, negli interventi chirurgici, in tutto ciò che è no Covid, sono causati dal fatto che una minoranza della popolazione ha scelto di non vaccinarsi”. Il sindaco propugna una linea fondata su un doppio binario: da una parte, dialogo e tentativo di persuasione con chi diffida dei vaccini, dall’altra misure a tutela dei diritti degli altri, comprese forme di lockdown per i non vaccinati. Una scelta analoga si propone per la scuola. Il ritorno sui banchi, il 7 o il 10 gennaio a seconda dei casi, è un obiettivo. Tutti d’accordo a parole sulla tutela della didattica in presenza, “poi però bisogna profilare degli strumenti e delle strategie per arrivare lì ed evitare che l’evoluzione della pandemia ci porti ineluttabilmente alla didattica a distanza”. Il Green Pass per andare a scuola? E’ una scelta difficile, ammette il primo cittadino, ma se non si fa niente in Dad non ci andranno solo i ragazzi non vaccinati, ma tutti quanti.
Il 2022 sarà l’anno del Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa con i suoi massicci investimenti. E nell’intervista c’è stato spazio anche per l’economia. Unindustria, ad esempio, ha lanciato un progetto che si propone di offrire possibilità di formazione e di occupazione a Reggio Emilia a 3mila giovani provenienti dal Sud. L’amministrazione cosa ne pensa? “E’ chiaro che la cosa non è semplice – ha detto Vecchi – perché immaginare che da un territorio del Sud arrivino in città alcune migliaia di giovani in quattro e quattr’otto è una cosa che ha la sua complessità, che va letta, studiata e capita prima di essere sdoganata. Però, è vero che le nostre aziende hanno un problema di fabbisogno di manodopera”.
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