REGGIO EMILIA – Sulle donne pare essere ricaduto il peso maggiore legato agli effetti della pandemia. La donna nel suo doppio ruolo di lavoratrice e di coloro che si occupano della cura e dell’assistenza in famiglia. Il confinamento, le chiusure sono ricadute principalmente su di loro.
Di questo e delle altre conseguenze, primo fra tutti lo smart working che ci ha inchiodati in casa in questo periodo di allarme sanitario, si è parlato nell’incontro in diretta Facebook organizzato da Francesco Fantuzzi, autore assieme al prof. Franco Motta del libro Dentro la zona Rossa.
“Dai dati emerge che il 90% dei licenziamenti a dicembre 2020 ha riguardato donne”, ha spiegato Fantuzzi. Alla prof.ssa Carla Ruffini dell’associazione Non Una di Meno, la riflessione sulla condizione femminile e l’allarme per i numeri in continuo aumento dei femminicidi. Un reddito non di cittadinanza ma a favore delle donne, una delle proposte: “Dall’inizio dell’anno, si contano già 15 femminicidi. Dunque, si tratta di un fenomeno in allarmante aumento – spiega – Aiutare le donne sul fronte economico e sulla loro indipendenza è fondamentale”.
Tra gli elementi di maggior interesse emersi durante la conversazione, la trasformazione del linguaggio, come è cambiato il nostro modo di esprimerci diventato improvvisamente anche più aggressivo. Termini positivi come assembramento che oggi sono sinonimi di situazioni assolutamente vietate: “Da un anno abbiamo adottato un lessico pandemico – ha detto il prof. Motta – e quando cambiano le parole cambia anche il nostro modo di pensare”.
Fare previsioni su ciò che accadrà è difficile, così come valutare come ne usciremo e come anche la società cambierà l’attuale modello di sviluppo, fortemente criticato, per potersi adeguare.
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