REGGIO EMILIA – La categoria dei medici di medicina generale è al centro di una riforma proposta a livello nazionale dagli assessori regionali. Un progetto che, però, non piace al sindacato Fimmg, la federazione italiana dei medici di famiglia.
“Il documento dimostra una assoluta confusione e una non conoscenza del territorio in cui operano i medici”, ha commentato a riguardo Euro Grassi, responsabile provinciale del sindacato. “Ciò che è stato scritto ha fatto imbestialire tutti i medici di medicina generale, non solo i reggiani”.
La miccia è stata accesa dal documento della Conferenza delle Regioni, elencante una serie di proposte per riformare la medicina territoriale. Il tutto alla luce di punti deboli messi in evidenza dalla pandemia. Errori, come affermato dall’assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna Donini, da non ripetere in futuro. Nel mirino sono finiti i medici di famiglia, i quali non avrebbero lavorato bene durante l’emergenza. Critiche che Euro Grassi rispedisce al mittente, sottolineando un mancato coinvolgimento sul tema degli investimenti legati al cosiddetto Pnrr. “La nostra ribellione è dovuta al fatto che la Regione oltre a non consultarci vuole fare solamente strutture”.
Una rivoluzione all’orizzonte potrebbe consistere nel far diventare dipendenti i medici di medicina generale, anziché liberi professionisti convenzionati. Ma secondo il sindacato determinanti già da ora, per migliorare l’assistenza, sarebbe aumentare le risorse destinate alle cure primarie “è dal 1979 che hanno le stesse risorse, con una quota del 6%”, ha concluso Grassi.
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