MODENA – Una squadra di scienziati e ingegneri dell’Università di Modena e Reggio capitanata dal reumatologo reggiano Carlo Salvarani ha testato con successo l’utilizzo di un software nella diagnosi delle polmoniti da Covid: il risultato è che è possibile diagnosticare questi sintomi con largo anticipo, permettendo il ricovero prima che si arrivi a sintomi gravi.
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E’ il tempo a governare le malattie. Nelle patologie degenerative lo scopo della scienza è rallentarne il decorso, altre patologie guariscono accelerando. Quando si parla di Covid la velocità è fondamentale ed è per questo che il lavoro fatto dalla squadra di scienziati delle Strutture complesse di Reumatologia e di Pronto soccorso e del Dipartimento di Scienze e metodi dell’ingegneria dell’Università di Modena e Reggio, appena pubblicato sulla rivista “Computers in Biology and Medicine”, apre a scenari importantissimi: il team ha progettato un software che riconosce precocemente le polmoniti interstiziali da Covid-19. Vector, questo il nome del software, nato qualche tempo fa ma adesso testato per questo utilizzo, “sente” il suono del polmone. Usato nei pazienti che accedevano al pronto soccorso, Vector ha correttamente evidenziato una polmonite da Covid-19 in oltre il 75% dei casi.
“Si tratta di un algoritmo – spiega Salvarani – il fonendoscopio con all’interno il software viene appoggiato sul petto del paziente”.

Il prof. Salvarani
Insomma, un’accelerazione che potrebbe agire su uno dei problemi maggiori di questa quarta ondata: i pazienti arrivano al pronto soccorso con sintomi già gravi e questo fa sì che i ricoveri durino a lungo, cosa che aumenta la congestione degli ospedali. “Questi rumori si chiamano rantoli a velcro, in questo modo si diagnostica la polmonite a casa dove non si possono fare le tac)”, aggiunge Marco Sebastiani, reumatologo del Policlinico di Modena.

Il prof. Sebastiani
E fra i possibili sviluppi futuri c’è la possibilità che sia direttamente un famigliare di un paziente ad auscultare, come si dice in gergo, utilizzando il software e inviando poi la registrazione direttamente al medico, che potrà analizzarla e valutare ‘a distanza’ la necessità di un ricovero. “E’ di facile utilizzo e l’investimento per realizzarlo è molto modesto”, chiosa Salvarani.
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