REGGIO EMILIA – “Ci si deve preoccupare di procurare altri vaccini, quelli dell’influenza sono tarati sul virus stagionale; quello che questo vaccino poteva fare, lo ha fatto”. Non una quarta, o anche quinta dose quindi, ma un siero annuale specifico, dice l’ex commissario all’emergenza Covid della Regione Emilia Romagna, Sergio Venturi.
Perché il Covid non sparirà: il fatto che possa diventare endemico vuol dire che sarà stabilmente presente, ma in maniera controllata. E anche l’infezione non è diversa da quella arrivata da Wuhan due anni fa: è diversa la malattia
perché siamo diversi noi, in gran parte protetti. Secondo Venturi, il calo dei contagi sarà più lento in proporzione rispetto alla crescita, esponenziale e velocissima, di dicembre. “Però caleremo – le sue parole – e io credo che nella fase di calo servano delle date alle quali traguardare, meno restrizioni: senza sarebbe problematico far rispettare le regole, che invece vanno rispettate. Isolamento per gli asintomatici? Credo vada calato a 5 giorni”.
Due anni fa come oggi, la parola chiave per Venturi rimane quindi “vaccino”: a febbraio 2020, quando, appena scaduto il suo mandato da assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna, ri-raccolse il testimone per timonare la nave nella tempesta, era la speranza. Ora, è la soluzione che abbiamo già in mano: in tantissimi l’hanno compreso, ma secondo Venturi non si deve più aspettare per fare il passo finale. “Serve l’obbligo – le sue parole – Se ho un infarto voglio che ci sia posto in terapia intensiva, non che sia occupata da gente che ha deciso di non vaccinarsi e che ovviamente deve essere curata. La politica deve assumersi questa responsabilità”.
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