REGGIO EMILIA – E’ di Luca Vecchi la prima voce ad alzarsi tra quelle dei sindaci dell’Emilia Romagna. La sensazione è che nei prossimi giorni altri si accoderanno.
I primi cittadini hanno partecipato alla decisione della giunta regionale di posticipare ancora, al 25 gennaio, la ripresa delle lezioni in presenza per le scuole superiori: il sindaco definisce la scelta di non volersi sfilare dal gruppo “saggia e ragionevole” alla luce delle indicazioni sanitarie, ma adesso si riparte, e si riparte veramente.
“Anche nella nostra città, durante il Natale, ci si è concesso troppo. Bisogna che torni ad alzarsi il rigore, ma adesso possono succedere due cose: se la situazione peggiora, è evidente che la colpa non sia delle scuole; se, come ci auguriamo, si stabilizza, occorre trovare un modo per riaprire”.
Un modo non solo per riaprire le superiori, ma anche per non richiuderle dopo poco: “Vogliamo arrivare a giugno e concludere l’anno scolastico – le parole di Vecchi – A Reggio i grandi problemi organizzativi di questo periodo sono stati tutti affrontati, è evidente che non dovunque in Italia sia stato così”.
Vecchi dice di condividere le preoccupazioni dei dirigenti scolastici rispetto agli effetti deleteri che l’aver accantonato in un angolo la fascia scolastica 14-19 anni possa provocare o stia già provocando, anche se i ragazzi stessi sono chiamati alla responsabilità individuale. “Il rischio è il degrado educativo, l’impoverimento intellettuale. C’è da dire, poi, che chi abita in centro vede quello che succede: questi ragazzi al pomeriggio sono in giro in gruppo e non possiamo disarticolare gli assembramenti continuamente con l’intervento delle forze dell’ordine… bisogna essere razionali”.
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