REGGIO EMILIA – Il Covid entrato in maniera significativa nelle scuole con questa quarta ondata non sta facendo sconti nemmeno tra il personale. Ad oggi è a casa in isolamento perché positivi al Covid circa un 10% tra insegnanti, collaboratori scolastici e assistenti amministrativi. A questi si aggiungono coloro che non hanno aderito alla vaccinazione e sono stati sospesi, senza stipendio, e in questo caso si tratta di alcune decine di persone. Nonostante queste assenze la scuola vuole proseguire in presenza tanto che le recentissime norme, specificate poi dalle linee guida della regione, ed entrate in vigore dal 7 febbraio, alzano il numero dei positivi per classe per determinare la Dad, che riguarda comunque sempre i non vaccinati.
Su questo fronte la Cgil è critica sia nel metodo che nel merito: “Si fanno convivere nelle scuole dell’infanzia e nella scuola primaria questi bambini magari positivi con altri bambini, perché quando ci sono tre o quattro casi non si va in didattica a distanza ma si continua a svolgere attività in presenza – sostiene Silvano Saccani, segretario provinciale Flc Cgil – e senza fare quei tamponi che sarebbero indispensabili. In più nella scuola dell’infanzia non ci sono bimbi vaccinati per età mentre nella scuola primaria, la vaccinazione non ha dei numeri particolarmente alti, siamo attorno ad un 30/35%”. Dunque, secondo il sindacato, cambi troppo repentini di regole e una difficoltà del sistema scuola ad adeguarsi in un clima di incertezza. Aggiunge Saccani: “Non si tiene presente quali sono i tempi della scuola, questa idea delle scuola in presenza a tutti i costi non paga”.
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