REGGIO EMILIA – “Sono maturi i tempi per una gestione diversa dei casi covid. Il virus, tra le persone vaccinate, può ora essere affrontato come un’influenza”. Una svolta che eviterebbe il ricorso sistematico ai tamponi e tanta burocrazia. E’ quanto sostiene il microbiologo dell’Università di Bologna Vittorio Sambri, intervenuto nei nostri studi.
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Sono maturi i tempi per una gestione diversa del covid. Una gestione che possa affrancarsi da quella che alcuni definiscono l’ossessione dei tamponi, almeno per chi è vaccinato e non ha sintomi o ha sintomi lievi, liberando dunque risorse ed energie della nostra sanità ora impegnate in un tracciamento e in una burocrazia sempre più pesanti. Un modello verso il quale si stanno già orientando Spagna e Portogallo. E’ quanto sostiene il professore Vittorio Sambri, microbiologo dell’Università di Bologna e direttore dell’Unità operativa di microbiologia dell’Ausl della Romagna, intervenuto nell’ultima puntata della trasmissione “Il Graffio” su Telereggio.
“Vista la mole di casi attuali, il tracciamento non è più sostenibile per una qualsiasi democrazia occidentale, è un dato di fatto”, ha detto.
Un cambio di marcia che può essere consentito proprio dall’effetto protettivo dei vaccini: “Visto che la stragrande maggioranza della popolazione è vaccinata, possiamo dire che per questa ampia fetta di popolazione gli effetti sono paragonabili a un male di stagione”, dice ancora Sambri.
Su questo tipo di impostazione è in corso un confronto tra le Regioni e Ministero della Salute. La svolta potrebbe arrivare non appena si sarà superato il picco della quarta ondata.
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