CERRETO LAGHI (Ventasso, Reggio Emilia) – Il nuovo Dpcm anti Covid che entrerà in vigore da domani prevede anche la chiusura degli impianti sciistici fino al 15 febbraio. I gestori sono davvero disperati. Siamo andati a Cerreto Laghi.
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“Un’altra mazzata. Si parla già di febbraio – è amareggiato Marco Giannarelli, gestore degli impianti di Cerreto Laghi – I giorni passano e le attività per stare in piedi hanno bisogno di sostegno”.
Un altro mese di stop per il turismo invernale e una stagione ormai irrecuperabile. Non potranno riaprire il 18 gennaio gli impianti sciistici a causa delle nuove restrizioni imposte dalla pandemia. Il Nostro Appennino non ha mai visto in tempi recenti così tanta neve, il paesaggio è da cartolina: ma è praticamente tutto fermo, immobile. Le seggiovie a Cerreto Laghi sono usate soltanto dagli atleti degli scii club. “Si tratta di 100-120 ragazzi, ma un’attività che avevamo messo in piedi in vista di una riapertura”.
Ma non sono solo i gestori degli impianti sciistici a soffrire in questa situazione. In giro si vede soltanto qualche escursionista che risiede in zona. “C’è tutta la filiera economica della montagna ferma da mesi, bar, ristoranti, lavoratori stagionali”.
Proprio in queste ore la regione ha annunciato un contributo una tantum di 5.000 euro a favore di 298 imprese del settore dell’ospitalità turistica in Appennino, per una cifra complessiva che sfiora il milione e mezzo di euro. Arriverà direttamente sui conti correnti di alberghi, campeggi, villaggi, residenze turistiche, affittacamere, ostelli, rifugi alpini ed escursionistici che operano nei 119 comuni montani dell’Emilia-Romagna. Anche i gestori degli impianti chiedono una mano. “Se non possiamo riaprire terremo chiuso, ma abbiamo bisogno di ristori economici”.