REGGIO EMILIA – Il 2022 è stato l’anno in cui l’emergenza Covid è terminata, ma il numero di morti nella nostra provincia è rimasto pressochè identico a quello dello scorso anno. E la pandemia non è certo finita.
“Il 2022 è stato l’anno della fine dell’emergenza, questo grazie alle vaccinazioni, ma è stato anche l’anno di Omicron”, ha commentato Marco Massari, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Ausl. Nel 2020, secondo i dati diffusi dalla Regione e dall’Ausl locale, nella nostra provincia sono morte di Covid 883 persone. Nel 2021 il numero si è quasi dimezzato: 466. Al 31 dicembre dello scorso anno il numero complessivo dei decessi era di 1349. A novembre di quest’anno – seguendo le direttive – l’Ausl ha smesso di comunicare giornalmente i dati, che vengono invece diffusi settimanalmente con un bollettino regionale. La pandemia però non è finita, la variante Omicron ha colpito duro anche nella nostra provincia. Al 30 dicembre 2022 (data dell’ultimo bollettino) il numero di morti in provincia è arrivato a 1818, 469 in totale le persone decedute per Covid nel 2022, dato che non si discosta molto da quello dell’anno precedente. “Omicron è meno letale di Delta – ha aggiunto Massari – ma il numero dei morti, anche se in calo, è rimasto alto perché i casi sono stati tanti”.
C’è una buona notizia, ovvero l’ultima ondata, iniziata a novembre, sta rallentando: nella settimana precedente al Natale i morti in provincia sono stati 18, questa settimana sono scesi a 10. “Quello che sta succedendo in Cina – ha spiegato Massari – non ci preoccupa particolarmente perché abbiamo una copertura vaccinale molto più alta. Piuttosto, guardiamo a ciò che sta succedendo negli Stati Uniti dove si sta diffondendo la variante XBB1.5 che ha caratteristiche di immunoevasione ed è più contagiosa”.
Secondo Massari, il sistema di sorveglianza non dev’essere smantellato e le vaccinazioni sono ancora l’arma più potente per fronteggiare il virus: “Si sta smantellando il sistema sanitario nazionale, le risorse calano, poi però si grida all’emergenza e si crea il caos”.
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