REGGIO EMILIA – Quanti sono in totale i “dispersi” del vaccino nella nostra provincia? In tutto 88.900, di cui 30mila sono soggetti a rischio, quelli cioè dai 60 anni in su.
Il termine “dispersi” si presta a diversi distinguo. Intendiamo le persone che in generale, pur potendosi prenotare, non l’hanno ancora fatto e quindi all’interno ci sono molte sottocategorie: da chi è guarito dal Covid a chi ha dovuto rimandare per problemi di varia natura, a chi ha la possibilità di prenotarsi da appena dieci giorni, ovvero la fascia tra i 50 e i 59 anni che nel Reggiano conta 58mila assistiti. Poi, però, c’è chi non è stato in grado di prenotarsi per difficoltà legate alla tecnologia o al fatto di essere molto anziani, autosufficienti ma soli; chi sta tergiversando per pigrizia o per non dover riorganizzare le ferie in base alla somministrazione del vaccino. Poi, ci sono i no vax, una quota impossibile da determinare con precisione.
Verso la fetta imponente di persone dai 60 anni in su vanno le preoccupazioni dei sanitari e anche del commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo, che ha sollecitato le Regioni ad andare a cercare coloro che mancano all’appello prima di dedicarsi alle fasce giovani. La fascia dei 60enni-ultra80enni nella nostra provincia conta 154mila assistiti al 4 marzo scorso, data scelta come riferimento dall’Ausl di Reggio. Con “assistiti” si intendono tutti coloro che sono in carico alla nostra azienda. Di questi, 124mila hanno ricevuto la prima dose, la più importante: ovvero l’80% del totale, con punte del 91% tra gli over 80 e dell’87% nella fascia 75-79 anni.
Tuttavia, ad esempio, i 60-64enni sono al momento a quota 63%. La percentuale è passibile di crescita settimanale, ma cosa si può fare per “andare a cercare”, come chiede il commissario, quel 20% con la premessa che sottoporsi al vaccino è un gesto volontario? Da qualche settimana l’Ausl sta già agendo con le “chiamate attive” verso le categorie che rimangono prioritarie: gli over 80, i fragili, gli estremamente vulnerabili, i disabili. E’ chiaro che si tratta di un’azione collaterale al resto della mole di lavoro che viene fatta quotidianamente.
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