REGGIO EMILIA – La gratitudine è grande un metro e mezzo per un metro e mezzo. E’ di seta, è fatta a mano, è ricamata in ogni più piccolo dettaglio. E’ preziosa insomma, così come il motivo da cui scaturisce. Che colore, o colori, abbia non dobbiamo nemmeno dirlo: soprattutto a Reggio Emilia, soprattutto il 7 gennaio.
Questa festa della bandiera così diversa nelle sue celebrazioni, così ridotta e contingentata, ha regalato nella sua ultima tappa di mattinata un momento emozionante nel piazzale d’ingresso dell’Arcispedale Santa Maria Nuova: la consegna di copia del primo tricolore alla sanità reggiana. Da una parte Cristina Marchesi, direttore generale dell’Ausl, in rappresentanza degli 8mila sanitari dell’azienda pubblica. Dall’altra il sindaco Luca Vecchi e il presidente del consiglio comunale Matteo Iori con buona parte del consiglio stesso in rappresentanza della cittadinanza. In mezzo l’opera delle artiste del laboratorio Restauro Tessile, artigiane ma anche un po’ storiche. “Avevamo già l’esperienza del museo del Tricolore – spiega Annalisa Bisetti – Abbiamo studiato delle tinte ad hoc fedeli all’originale, ci abbiamo lavorato due mesi”.
Lo scorso luglio all’unanimità il consiglio comunale aveva deciso di donare appunto copia del Primo Tricolore ai sanitari: un omaggio dei reggiani al lavoro e al sacrificio di questi mesi. Le artigiane albinetane si sono offerte di realizzarlo gratuitamente. Verrà esposto, probabilmente nell’atrio dell’ospedale di Reggio.
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