REGGIO EMILIA – Si chiamano Usca, unità speciali di continuità assistenziale, sono formate da un medico e da un infermiere e ogni giorno vanno a casa dei pazienti positivi al Covid che però non necessitano di un ricovero ospedaliero.
Ad oggi sono 79 i medici e 32 gli infermieri che lavorano nelle Usca dei 6 distretti della nostra provincia. In una mattina ogni unità visita almeno cinque pazienti, lo stesso avviene al pomeriggio. La loro presenza in questo ultimo periodo è più che raddoppiata, in città si fanno tre turni al giorno. Francesca e Giorgia partono dalla casa della salute di via Brigata Reggio, in città, per le loro visite, con tutto l’equipaggiamento necessario. Solo dopo però aver chiamato i pazienti che devono visitare, indicati dal loro medico di base. “Telefoniamo chiedendo le loro condizioni, e di preparare la casa aprendo tutte le finestre – spiega Giorgia Cazzetta, infermiera Usca – poi durante la visita il nostro supporto è necessario per monitorare i parametri vitali, ed essere in due è fondamentale per le operazioni di vestizione e soprattutto di svestizione
‘Abbiamo il saturimetro per rilevare l’ossigenazione del sangue – ci spiega la dottoressa Francesca Verzelloni – misuriamo la temperatura, auscultiamo i polmoni e poi abbiamo un ecografo portatile per eseguire un’ecografia ai polmoni’.
Una volta arrivati al domicilio del paziente il medico e l’infermiere si devono preparare per visitare in sicurezza, a volta capita che si debbano vestire anche sotto la pioggia. Dopo la visita in alcuni casi hanno dovuto richiedere il ricovero in ospedale. L’età media dei pazienti in questa seconda ondata si è abbassata notevolmente. “Sono per lo più adulti, non solo anziani, ma anche giovani, che a volte sono positivi per lungo periodo”.
Molte volte per queste persone la visita delle Usca è un vero conforto anche dal punto di vista psicologico. “Sono isolate e anche solo parlare con qualcuno è importante” racconta Giorgia. Davanti al domicilio la nostra visita invece si ferma, per tutelare la privacy dei pazienti e la sicurezza di tutti, ma siamo certi che Francesca e Giorgia faranno un grande lavoro.
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