REGGIO EMILIA – “La curva dei contagi si è appiattita, ma non scenderà prima di due settimane”. Così questa mattina i vertici Ausl nel settimanale punto della situazione sull’andamento dell’epidemia sul territorio.
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Resistenza. E’ la parola che descrive l’ultima settimana nel reggiano dal punto di vista della gestione della pandemia. Lo scorso weekend è stato complicato, molto, e ha portato a questi numeri: l’80% dei posti letto covid, saliti nella disponibilità complessiva da 340 a 386, è occupato. Se parliamo di terapie intensive, l’occupazione dei posti Covid sale al 90%. Da lunedì la situazione è andata leggermente migliorando, fino ad arrivare ad una curva dell’incremento appiattita, ma cresce la richiesta di cura di altre patologie, ed è il classico momento in cui la bilancia va tenuta in estremo equilibrio, giornalmente.
“Che la curva sia appiattita è un buon segno – commenta Giorgio Mazzi, direttore del presidio ospedaliero dell’Ausl – ma prima di due settimane, almeno fino a Pasqua, non scenderà”.
Cala leggermente la percentuale dei positivi sugli accessi ai pronto soccorso ed è stabile il rapporto tra sintomatici e asintomatici, tra focolai e casi sporadici.
In provincia di Reggio il numero di pazienti Covid su 100mila abitanti è di 315, più basso del dato regionale che è di 437.
Sulla sospensione, poi, di AstraZeneca per ulteriori indagini, la direttrice generale dell’Ausl Cristina Marchesi dice: adesso si deve correre. “Finalmente un punto zero, adesso basta chiacchiere, servono fatti”.
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