REGGIO EMILIA – Si è concluso un fine settimana da tutto esaurito in montagna: presi d’assalto i sentieri per effettuare ciaspolate ed escursioni, pieno anche nei rifugi del nostro Appennino. Questa mattina avrebbero dovuto riaprire gli impianti sciistici, ma nella serata di ieri è arrivato lo stop del Governo. Un provvedimento che colpisce, nel Reggiano, Cerreto Laghi, Febbio e Ventasso.
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Una doccia gelata, tanto per stare in tema con l’ondata di grande freddo che sta colpendo tutto il Paese. Gli operatori del settore sciistico sono sul piede di guerra dopo lo stop arrivato, inaspettatamente nella serata di ieri da parte del Governo, che ha rimandato al 5 marzo la riapertura degli impianti in zona gialla visto l’allarme lanciato dal Comitato tecnico Scientifico sul rischio di nuovi contagi. Una doccia gelata per il nostro Appennino e per la stazione del Cerreto dove era tutto pronto per accogliere i tanti appassionati che si erano prenotati per trascorrere una giornata sugli sci.
A parlare a Tg Reggio è Enrico Ferretti, direttore della Scuola Sci Cerreto laghi, che esprime lo sconcerto e il tutto il malumore del mondo sciistico reggiano: “La situazione è drammatica – dice – Eravamo pronti e avevamo fatto investimenti anche sul personale, si vede che il virus è pericoloso solo in montagna”.
Il governo rinvia l’apertura degli impianti sciistici. L’ira del presidente Bonaccini
Se lo sci resta bloccato, paradossalmente la nostra montagna ha registrato un fine settimana da tutto esaurito. Sentieri e percorsi escursionistici per ciaspolate affollati come raramente in passato. Molti anche coloro che sono saliti nelle località del crinale alla ricerca di spazi dove effettuare scialpinismo o semplicemente discese in slittino o bob. Note positive per bar, ristoranti e rifugi che hanno fatto il pieno.
Confcommercio: “Decisioni last minute dannose. Il Governo cambi passo”
“Non si entra nel merito delle decisioni sulla salute pubblica – commenta il presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia Reggio Emilia, Davide Massarini – ma sulla modalità con cui si continua, nonostante i nostri incessanti richiami al Governo, a trattare le imprese come se fossero un interruttore da accendere o spegnere all’occorrenza. Bisogna che il ministro Speranza ci ascolti. Gestendo con queste tempistiche le decisioni sulle aperture e chiusure delle attività si crea un danno economico maggiore. Gli impianti sciistici hanno investito e assunto persone, così come gli alberghi. Stessa cosa che era avvenuta per i pubblici esercizi in occasione delle festività. Queste attività si preparano e investono per aprire e lo fanno in un momento in cui davvero le risorse scarseggiano e i ristori sono stati inadeguati.
E ancora: No, così non va. Ci auguriamo davvero il nuovo Governo cambi passo nella gestione sia per la tenuta economica sia per quella sociale. Che ci sia una complicata emergenza in corso ne abbiamo tutti coscienza, ma serve pragmatismo: le scelte last minute non fanno che aggravare su tutti i fronti questa situazione”.
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