MODENA – Sarà un autunno difficile sul fronte dell’occupazione per il distretto ceramico. Terminato il blocco dei licenziamenti, la crisi si ripercuoterà sul lavoro se il mercato non dovesse ripartire. L’allarme arriva da Confindustria Ceramica nel tradizionale appuntamento per la relazione annuale: nel 2019 la flessione si è stabilizzata, il mercato americano così come quello interno hanno ripreso spinta. 6 miliardi e mezzo il giro d’affari 27 e 500 gli addetti, oltre 400 milioni di metri quadri di piastrelle. Ma ora tutto è cambiato con il coronavirus.
Secondo Savorani, 9 settimane di cassa integrazione non basteranno: occorrerà utilizzarla almeno fino a Natale. Tra marzo e aprile le perdite superano i 350 milioni, ma la ripresa non si vede e in media la produzione è calata del 50%. Gli ecobonus del decreto rilancio vanno nella giusta direzione, ma servirà fare sistema con istituaizoni e sindacati per ripartire davvero.
Il Covid cambierà l’industra ceramica che sarà costretta a riorganizzarsi: si faranno meno viaggi, si punterà sul digitale e sempre più sulla vendita diretta. Poi Cersaie, entro un mese si scioglieranno i nodi sull’edizione 2020.
Covid, nuova crisi per il settore ceramico: posti di lavoro a rischio. VIDEO
9 giugno 2020Secondo Savorani, Confindustria ceramica, 9 settimane di cassa integrazione non basteranno: occorrerà utilizzarla almeno fino a Natale











