REGGIO EMILIA – “In effetti il Covid non viene più percepito come un problema di salute grave. La gente non ha più la spinta a vaccinarsi per proteggersi”. Così Nicoletta Natalini, direttore sanitario dell’Ausl di Reggio Emilia.
La vaccinazione anticovid non è più di moda. Lo dicono i numeri delle somministrazioni della quarta dose, consigliata a partire dai sessant’anni. Nella nostra provincia circa il 40% della platea interessata ha risposto alla campagna, cominciata quattro mesi fa. La parte del leone è rappresentata dagli over 80, che raggiungono il 65,6% di copertura. La quota si abbassa via via scendendo con l’età, fino ad arrivare al 18% nella fascia di persone tra i 60 e i 65 anni.
Ben più misero risulta il dato nazionale degli ultrasessantenni che hanno ricevuto il secondo richiamo, pari al 25%. Sta di fatto che anche da noi sembrano lontane anni luce le fasi di vaccinazioni del ciclo primario, comprendente prima e seconda dose, somministrate al 96% dei reggiani.
Costante risulta la pressione ospedaliera esercitata dal covid, con circa 100 pazienti ricoverati. “Ora si sta spostando di più sull’influenza e sugli altri virus influenzali, c’è un grande afflusso di queste altre patologie, sia di adulti che di bambini, non Covid”.
L’Ausl ricorda come contemporaneamente sia possibile ricevere l’iniezione antinfluenzale e anticovid rivolgendosi ad esempio anche ai medici di famiglia.