REGGIO EMILIA – A causa del Coronavirus, cassa integrazione mai così alta nella nostra provincia. “Come era prevedibile – il commento di Rosamaria Papaleo, segretaria Cisl Emilia Centrale – pur considerando solo il periodo compreso tra gennaio e novembre, nell’anno del Covid si è raggiunto il triste primato di 28,5 milioni di ore di cassa ordinaria, 0,5 milioni di ore di straordinaria e 5,8 milioni di ore di cassa in deroga. Il totale – pari a 34,9 milioni di ore – è il più alto negli ultimi 11 anni: più del doppio dell’anno nero dell’ultima crisi strutturale, il 2010″.
I dati sono diffusi e analizzati dalla Cisl Emilia Centrale, che sottolinea come le ore di cassa integrazione autorizzate quest’anno siano il 490% in più della media dei 10 anni precedenti, pur essendo stata recentemente Reggio Emilia ai vertici regionali per il più basso tasso di disoccupazione.
“E’ un dato disarmante – ha aggiunto la Papaleo, che per la Cisl è responsabile delle politiche del lavoro – che origina, come noto, dalla crisi mondiale e dalle chiusure primaverili di molte attività. Come in tutta Italia si sono raggiunti picchi di cassa integrazione a livelli mai visti per la nostra provincia. La situazione non è purtroppo migliorata nemmeno dopo l’estate quando le ore di cassa integrazione erogate sono state 4,8 milioni a settembre, 6,1 a ottobre e 5,2 a novembre, per un totale di quasi 16 milioni di ore: poco meno della metà del totale dei primi 11 mesi dell’anno”.
In termini di lavoratori coinvolti, assumendo l’ipotesi che l’autorizzato corrisponda per intero a un utilizzo effettivo, la media teorica dei lavoratori a tempo pieno sospesi a zero ore nel periodo settembre -novembre sarebbe pari a 38.544 unità. È sempre la Cisl a spiegare come si arriva a questo numero: “Per convenzione, si ipotizza un monte ore medio annuo pari a 1.650 ore calcolato sulla base di 138 ore mensili –ha spiegato la Papaleo – Nel periodo settembre-novembre, il monte ore è pari a 414 (138×3). Dividendo il totale ore cig (15.957.412) per 414 esce il dato dei 38.544 lavoratori coinvolti nel trimestre, mentre 78.602 su base dei primi 11 mesi del 2020. Naturalmente, questa stima serve solo a definire un ordine di grandezza ipotetico. L’autorizzato, infatti, non corrisponde all’utilizzo effettivo. Inoltre le 138 ore medie mensili sono un orario di lavoro credibile per un full time, ma questo dato esclude un’altra platea di lavoro dipendente”.
Certo, la situazione resta molto difficile, anche perché è impossibile ipotizzare quando si potrà tornare alla normalità. Per questo la Cisl considera necessario prorogare gli ammortizzatori sociali almeno fino alla prossima estate: “Una grossa mano ce l’aspettiamo anche dal nuovo patto regionale per il lavoro e il clima, firmato la settimana scorsa. Siamo convinti che possa essere utile a creare occupazione di qualità. Insieme alle altre organizzazioni sindacali e alle associazioni imprenditoriali reggiane – ha concluso la responsabile politiche del lavoro della segreteria Cisl Emilia Centrale – dobbiamo trovare le modalità per applicarlo per la prima volta a livello territoriale”.
Servizio Tg di Manuela Catelallani
Reggio Emilia cassa integrazione straordinaria crisi economica emergenza coronavirus covid-19