REGGIO EMILIA – Una rete di consegne a domicilio per merci che necessitano un delivery rapido. E’ questo l’obiettivo che si è prefisso Optimus, una start up nata dall’unione di tre aziende del territorio. Sono 9 i soci di quella che a tutti gli effetti è una realtà multirazziale e che comprende un russo, un moldavo, un rumeno, due cinesi e quattro italiani. Ognuno di loro vi ha fatto confluire il proprio know-how derivante da precedenti esperienze e, soprattutto, dal lavoro ai tempi del lockdown.
All’interno vi sono tassisti – che nei terribili mesi primaverili effettuavano consegne a domicilio – proprietari di catene di ristoranti etnici e persone che lavorano con l’intelligenza artificiale in una software house. Sono Simone Seligardi, Davide Montecchi, Andrea Corghi (selezione rider, gestione logistica, Elige), Cosmin Vlad Grigore, Kamrat Ruslan, Grigoras Radu (sviluppo software, Bls) oltre a Rogerio Lin Huang, Cristian Lin e Antonio Benzi (amministrazione Optimus).
Nata a giugno, Optimus ha mosso i suoi primi passi in estate e ora è una realtà per quanto concerne la nostra città. “Io e uno dei soci, Rogerio – racconta Simone Seligardi, presidente del Consorzio taxisti reggiani – abbiamo lavorato insieme durante il lockdown, vedendo che il servizio che offrivamo alla cittadinanza aveva enormi margini di sviluppo. Così, dopo aver radunato le rispettive conoscenze e amicizie che potessero tornare utili alla causa, abbiamo iniziato a trovarci e a parlare seriamente di come dare vita a questo progetto. Notti e notti a fare calcoli e proiezioni, fino a quando non abbiamo trovato la quadra”.

Rogerio Lin Huang, socio di maggioranza in Optimus
Di cosa si tratta, in definitiva? Optimus vuole creare un ponte tra l’esercente e il consumatore finale, a casa. Si basa su una tecnologia innovativa, in grado di raccogliere ed elaborare i dati per permettere l’ottimizzazione dell’intero processo. L’intento è di supportare le imprese reggiane e non solo, operanti nel mondo della ristorazione a rilanciarsi, recuperando parte del fatturato tramite il canale alternativo delle consegne a domicilio in tempi rapidissimi.
“Attualmente, abbiamo 15 rider – spiega Simone – e ne cerchiamo almeno altrettanti. Qualsiasi persona munita di un mezzo di trasporto può collaborare con noi. Offriamo loro formazione e accreditamento al nostro sistema, con personale qualificato e dotato di trentennale esperienza nella micrologistica. Utilizziamo tariffe congrue per fidelizzare i nostri fattorini; in più, diamo loro la possibilità di guadagnare fino al 20% in più della tariffa prefissata in caso di condizioni meteo o di traffico sfavorevoli. Il bonus arriva fino al 25% in caso di rating alto dato dal fruitore finale”.
Già, ma quali sono i costi per i clienti? “A differenza di quello che fanno le multinazionali del delivery, noi non chiediamo nessun costo di attivazione servizio. Si paga in base al consumo con un tetto protetto e ogni consegna sarà sempre la più conveniente per esercente in base al mezzo attivato, ai km percorsi, alle condizioni climatiche e di traffico in tempo reale. Copriamo consegne fino a 20 km dal punto vendita e a noi torna il 5% del singolo consumo”.
E per chi è già dotato di riders? “Vendiamo ai ristoranti la semplice web app dedicata, con front end. Ce l’hanno già acquistata realtà a Verona, Rovigo, Ferrara. L’attività può utilizzare il nostro gestionale per organizzare i rider e i nostri, nel caso, entrano in causa solo se i loro sono in overbooking”.
Optimus ha un progetto “gemello” che si chiama Safemart, che a breve vedrà la luce dopo la fase di testing. “E’ una piattaforma che abbiamo pensato per riattivare il mercato locale – ha sintetizzato Simone – In un contesto dove non si esce più per decreti ministeriali, vogliamo dare la possibilità ai piccoli esercenti di lavorare a un prezzo più che accettabile e togliere così terreno alle gigantesche multinazionali. Offriremo tutto il necessario per mettersi in vetrina e dove non si vende, non si spende”.













