REGGIO EMILIA – E’ morto all’età di 91 anni don Bruno Zinani. Era ricoverato a Scandiano, positivo al Covid. Era affetto da patologie pregresse. Per oltre 50 anni ha rappresentato un punto di riferimento per la comunità parrocchiale di Cavazzoli, dove era rimasto come emerito e dove ha celebrato la messa fino all’ultimo.
La salma di Don Bruno sarà esposta nel pomeriggio alle 18.30 per il rosario e la messa sempre nella chiesa di Cavazzoli. Poi le esequie fissate per domani alle 14.
La sua positività al virus era emersa nei giorni successivi ad una messa del 26 dicembre in una sala attigua alla chiesa. Erano presenti poco più di 20 persone, tra cui due nuclei famigliari per il ricordo di un defunto e altri fedeli. L’evidenziarsi di casi positivi nella frazione aveva sollevato il sospetto su quel momento di ritrovo in preghiera anche se la certezza non si potrà mai avere. Il Vicario della Diocesi, Don Nicelli, spiega a Tg Reggio che tutto si sarebbe svolto nella massima regolarità e seguendo le indicazioni e le direttive previste per i luoghi di culto. Cordoglio dalla Diocesi per la scomparsa di Don Bruno che avviene in un periodo di lutti per la chiesa reggiana.
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Al sacerdote è stata diagnosticata una infezione da coronavirus sabato 2 gennaio. La prima settimana di malattia don Zinani l’ha trascorsa in casa, nella canonica di Cavazzoli. Sabato 9 gennaio, a seguito di una crisi respiratoria, è stato ricoverato nell’ospedale “Cesare Magati” di Scandiano dove è iniziata la sua agonia. Sì è spento alle 23 di martedì 12 gennaio.
Nelle ultime ore di vita ha ricevuto il conforto di don Andrea Cristalli, cappellano Covid a Scandiano. “Sono rimasto insieme a don Bruno fino alle 21, l’ho trovato molto tribolato, ha passato dei giorni impegnativi. Oggi abbiamo pregato e gli ho tenuto la mano a nome di tutti i fratelli con cui ha condiviso il ministero”.
Una vita per gli altri
Don Bruno è morto all’età di 91 anni, era nato il 22 aprile 1929 a San Savino di Castelnovo Sotto.
E’ stato ordinato nello stesso anno di Camillo Ruini, poi diventato cardinale, al quale era legato da profonda amicizia.
Ha ricevuto l’ordinazione presbiterale in Ghiara il 4 luglio 1954.
Il suo primo incarico da presbitero lo ha portato a servire la comunità di Rubiera come vicario cooperatore (dal 1954 al 1961). In seguito don Bruno è stato vicario cooperatore nelle parrocchie di Regina Pacis in città (1961-1962) e di Bibbiano (1962-1963).
Nel 1964 don Zinani è diventato parroco della comunità di Ognissanti a Cavazzoli, incarico che ha mantenuto per quasi 50 anni fino al 2013. Era legatissimo alla comunità di Cavazzoli che era la sua casa, la sua famiglia e il suo mondo.
Don Bruno stringeva amicizia con facilità e sapeva mantenere le relazioni amicali. “E’ stato un educatore”, ricorda don Daniele Casini, parroco della unità pastorale “Santa Teresa di Calcutta” comprendente le comunità di Pieve Modolena, San Pio X, Roncocesi e Cavazzoli. Negli anni del suo parrocato ha vissuto con zelo il suo ministero, in prima persona e vicino ai giovani e alle famiglie. In tanti, a Cavazzoli, ricordano le uscite fatte insieme a lui per raccogliere carta o ferro o i giochi insieme a lui nella pista parrocchiale. Date le energie spese nella comunità, è stato difficile per il sacerdote accettare di non essere più parroco, ma ha saputo vivere gli ultimi anni del suo ministero dedicandosi alle confessioni, all’ascolto e alla preghiera. Coronamento del suo parrocato fu, nel 2015, l’inaugurazione della scuola materna parrocchiale. L’apertura della scuola avvenne quando don Zinani aveva già subito un ictus, nel 2013, che gli causò una lunga degenza.
Don Zinani leggeva e studiava tantissimo. Amava tenersi aggiornato su tutto e chiedeva dispense al Seminario per approfondire gli argomenti che più gli interessavano.
Era caratterizzato da una profonda e filiale devozione mariana, forse nata dal fatto che era stato ordinato nell’anno mariano in Ghiara. Ogni grazia l’aveva ricevuta per intercessione della Madonna e a Lei si rivolgeva spesso, come un bimbo ad una madre.
“Caro don Bruno, quale dono ed onore è stato poterla conoscere, essere sua parrocchiana ed amica”, ricorda Flora Strina, del gruppo dell’Adorazione Eucaristica di Cavazzoli. “Non le sarò mai abbastanza grata per l’affetto, le preghiere ed il calore paterno con cui mi ha accompagnato nella malattia e nella rinascita. Mai sarò abbastanza grata a Dio di aver avuto un ‘padre’ come lei. Grazie caro don Bruno, con tutto il mio cuore!”
“Don Zinani è stato autore di una pastorale personalizzata”, ricorda don Casini. “Aveva un registro con le date di nascita di tutti i parrocchiani e in occasione di compleanno o onomastico telefonava o inviava un messaggino augurale. Aveva appuntato anche gli anniversari di morte di tutti i parrocchiani e ogni giorno celebrava la Messa per una o più persone”, ricorda don Casini. “Prima di celebrare la Messa avvisava i parenti e li invitava a partecipare. Era il suo modo, da parroco emerito, per mantenere le relazioni con le persone”. Don Bruno era sempre disponibile al sacramento della Riconciliazione e ha confessato fino al 30 dicembre, prima di accusare i sintomi da Covid.
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