REGGIO EMILIA – Alle Fiere sono state somministrate finora 340mila dosi di vaccini, tra prime e seconde, la metà di quelle inoculate in provincia. I casi di comportamenti aggressivi nei confronti degli operatori addetti alla vaccinazione, per fortuna, sono pochi. Si sono intensificati, però, a partire da un preciso momento: “Dopo che entrato in vigore il decreto legge 44 l’1 aprile scorso, che ha reso obbligatorio il vaccino per gli esercenti la professione sanitaria – ha spiegato Gianluca Rivi, direttore dell’ufficio legale dell’Ausl – Ci sono state discussioni più sostenute e si sono recate in fiera persone che avevano l’obbligo di vaccinarsi e non sceglievano spontaneamente di vaccinarsi”.
A oggi, l’azienda ha inviato le lettere di sospensione dall’attività a 97 operatori sanitari residenti in provincia perché considerati, al termine dell’iter previsto dalla legge, inadempienti. Di questi, 42 sono dipendenti dell’Ausl: 7 si sono vaccinati e sono stati reintegrati, 35 risultano ancora sospesi. Le procedure sono in corso e i numeri potrebbero aumentare.
Nei giorni scorsi, tre sanitari inadempienti si sono presentati alle Fiere con i loro avvocati: pretendevano di far firmare al medico un documento che attestasse la mancanza di una adeguata informazione sui rischi del vaccino, ottenendo così una sorta di esenzione. Due di loro hanno addirittura chiamato le forze dell’ordine: “La politica dell’azienda è sempre stata quella di cercare il dialogo, il confronto e l’ascolto – ha aggiunto Rivi – In questo senso ci siamo rapportati con quelle persone. Anche quando i toni sono stati troppo accesi e si è andati oltre i limiti, l’azienda ha sempre cercato di evitare di passare alle denunce e di favorire il dialogo e il confronto”.
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