REGGIO EMILIA – Presenza nel sangue di anticorpi e di cellule in grado di attivare il sistema immunitario quando una persona incontra il virus. E’ da queste misurazioni che possiamo saperne di più sulla protezione che un vaccino può fornire.
“Man mano che si va avanti – ha spiegato Marco Massari, direttore del reparto Malattie infettive dell’Ausl, ospite ieri sera a “Il medico e il cittadino” – si sta vedendo come la protezione molto probabilmente arriverà vicino all’anno se non anche a qualcosa di più. Dopo di che, bisognerà capire anche se ci sono soglie particolari, se fare richiami e che tipo di richiami, la posizione ministeriale adesso è passata da sei a nove mesi proprio perché i dati stanno facendo vedere che fino all’anno la protezione c’è”.
I vaccini attualmente in uso sono stati costruiti sul virus originario, quello partito da Wuhan. Le varianti hanno complicato le cose. Moderna, ad esempio, ha già cominciato a modificare i suoi preparati sulla base delle diverse caratteristiche: “E’ da vedere nei prossimi mesi in base alla circolazione virale – ha aggiunto Massari – I vaccini con le piattaforme a mRNA permettono di modificare la composizione del siero e di adattarlo, non in tempo reale ma quasi, in pochi mesi alle popolazioni virali circolanti”.
La puntata de “il medico e il cittadino” è stata inoltre l’occasione per ricordare che chi non si è ancora prenotato non ha perso la possibilità di farlo ed è comunque importante dare la propria adesione: “Per noi è importante la disponibilità dei vaccini – ha aggiunto Nicoletta Natalini, direttrice sanitaria di Ausl – perché mano a mano che abbiamo la disponibilità dei sieri li prenotiamo nelle nostre agende. La classe ’40-’49 potrebbe avere l’appuntamento già tra un mese”.
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