BOLOGNA – Con l’assenza pressoché totale del traffico ci si potevano immaginare meno incidenti stradali, ma i dati Istat vanno oltre qualsiasi aspettativa. Rispetto allo stesso periodo del 2019, in Emilia Romagna emergono diminuzioni che toccano punte addirittura del 91,8%. In media, 80,3% di incidenti in meno a marzo e 85,8% ad aprile. Sono dati addirittura più alti rispetto a quelli nazionali, a fronte di una mobilità passata dall’85 al 32%, e a una lunghezza media degli spostamenti diminuita circa della metà.
Alla regione Emilia Romagna piace avere i numeri leggermente più alti, anche in negativo. Analizzando il 2019 infatti, si sono verificati in regione 16.767 sinistri che hanno causato la morte di 352 persone e il ferimento di altre 22.392. Rispetto al 2018, sono aumentati gli incidenti dell’1% e le vittime della strada dell’11,4, restando stabili i feriti, in netta contrapposizione alla tendenza nazionale che ha presentato diminuzioni, seppur modeste, per tutti e tre gli aggregati.
Nel 2019 il costo dell’incidentalità con danni alle persone è stimato in quasi 17 miliardi di euro per l’intero territorio nazionale e in più di un miliardo e mezzo (circa 372 euro pro capite) per l’Emilia-Romagna; la regione incide per il 9,8% sul totale nazionale.
Numeri a parte, che gli incidenti stradali finiscano addirittura a picco durante il lockdown meriterebbe un approfondimento su quanto un futuro senza veicoli significherebbe in termini non solo di economia ma soprattutto di vite umane.
(Riccarda Riccò)
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