REGGIO EMILIA – Nessuno avrebbe detto che, durante l’estate e all’aperto, il Covid dimostrasse una contagiosità di tale portata. Il virus, nella sua “versione” Omicron e in particolare nelle sotto varianti di quest’ultima, è in grado di ignorare l’effetto stagionale. Almeno, per quanto riguarda la diffusione. “Quello che mi preoccupa è l’aggressività biologica di questo virus che non ci molla, nonostante dia una malattia meno grave, ma mantiene la sua capacità di diffusione e replicazione”.
Salvatore De Franco, chirurgo in pensione, già presidente provinciale dell’Ordine dei medici, considera complicata l’organizzazione di una campagna vaccinale rivolta a tutti gli over 60. “E’ un impegno grande per il sistema vaccinale, sarei più per concentrarmi su un principio di responsabilità da parte dei singoli cittadini, chiamati a evitare i luoghi affollati e quelli al chiuso senza mascherina.”
Secondo gli infettivologi, l’ulteriore richiamo per i fragili e per le persona sopra i 60 anni sarà determinante per evitare nuovi ricoveri. “Raccomandiamo di farla, di non attendere settembre oppure ottobre quando dovrebbero essere disponibili i vaccini aggiornati”. Francesca Sabbatini da 14 anni lavora nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Gerardo di Monza. Dal nostro territorio è arrivata in Lombardia dopo la specializzazione presso Unimore. A suo avviso, impellente è la necessità di adottare nuove regole che consentano agli ospedali di convivere in modo più efficiente col Covid. “Tutte le precauzioni in termini di isolamento e separazione e quarantene dei pazienti non sono più proponibili”.
Un ragionamento è lecito anche sul via libera ai pazienti che al test tampone risultano positivi, ma che non presentano sintomi: “Dobbiamo investire gli sforzi per poter continuare a curare le persone negative e continuare a curare anche quelle positive”. Dopo due anni di emergenza, secondo Sabbatini, è necessario fare di tutto affinché la quinta ondata non sia accompagnata da ritardi nei processi diagnostici o interruzioni nella continuità delle cure e dell’assistenza.
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