REGGIO EMILIA – Ha suscitato molto clamore la protesta dei cosiddetti ristoratori ribelli, quelli che hanno aderito alla mobilitazione nazionale “Io apro” contravvenendo alle disposizioni anti covid. Al nostro Tg parla l’avvocato che coordina il pool legale che li assiste.
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“Se dovesse emergere una illegittimità dei Dpcm allora si potrebbe configurare una richiesta danni per le categorie che sono state costrette a chiudere“, dice l’avvocato Lorenzo Nannelli.
Uso illegittimo dei decreti e conseguente violazione delle libertà costituzionale, con il richiamo all’articolo1 secondo cui l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Si basa su questo punto chiave la battaglia giuridica condotta dal pool legale che assiste i ristoratori ribelli in tutta Italia.
Sull’illegittimità dei Dpcm è stato presentato un ricorso al Tar del Lazio il cui pronunciamento è atteso per il prossimo 10 febbraio.
La vicenda riguarda i ristoratori che hanno aderito alla mobilitazione nazionale “Io apro” aprendo i propri locali e contravvenendo alle normative anti covid. Una fetta molto ridotta per la verità. I casi in provincia di Reggio sono stati finora molto limitati, ma senza dubbio hanno suscitato clamore.
A parlare al nostro TG è l’avvocato fiorentino Lorenzo Nannelli che coordina la squadra di legali – 20 in tutta Italia – che si sta occupando di difendere in maniera organizzata i ristoratori coinvolti nella protesta, ma anche i clienti multati.
Nel frattempo il primo passo contro le multe è rappresentato dalla contestazione davanti al Prefetto, poi eventualmente ci sarà un ricorso al Giudice di pace.
Noi legali – tiene a sottolineare Nannelli – non incentiviamo la protesta e abbiamo cercato di informare i nostri assistiti sui rischi delle loro azioni.
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