AGGIORNAMENTO – Il premier Draghi, nel tardo pomeriggio, ha comunicato che ognuno sarà libero di scegliere quale vaccino utilizzare per il richiamo, dopo l’inoculazione del primo di AstraZeneca.
REGGIO EMILIA – Sono 3.500 i reggiani con meno di 60 anni che, dopo aver ricevuto la prima dose di AstraZeneca, si trovano a dover fare il richiamo con un vaccino ad mRNA, Pfizer o Moderna. Di questi, 2.500, soprattutto insegnanti, proseguiranno il percorso avviato con il proprio medico di base.
La vaccinazione anti Covid cosidetta “eterologa” per le persone con meno di 60 anni è stata decisa dal ministero dopo il caso della 18enne di Genova morta dopo l’iniezione con il farmaco anglosvedese. Neanche il monodose di Johnson & Johonson, a vettore virale come Astrazeneca, sarà più utilizzato negli open day per i quali sono soprattutto i giovani a essersi prenotati.
Domenica, a Correggio, sarà usato Moderna. Finora, in pochi hanno rinunciato al mix di vaccini. In tanti, però – ha detto a “Il Graffio” la direttrice generale dell’Ausl, Cristina Marchesi – chiedono di fare il richiamo sempre con AstraZeneca. “In questo momento non è possibile, quanto espresso dalle autorità è perentorio. Deve essere fatto un vaccino ad mRNA”, le sue parole.
Sono 275mila i reggiani che hanno ricevuto la prima dose, in 134mila hanno completato il ciclo. Anche a Reggio Emilia si sta avviando verso l’obiettivo, dato dal Governo, di arrivare al 70% dei residenti che hanno ricevuto almeno una dose entro la fine dell’estate. In queste settimane la circolazione del Covid sta frenando, la campagna procede a pieno ritmo. Si è alzata anche la percentuale dei vaccinati nella classe di età tra i 60-64 anni che ora si attesta sull’82%.
A tenere banco, nel dibattito politico, è la questione relativa della mascherina. L’azienda sanitaria fa appello al buon senso: “L’anno scorso non siamo stati bravi, quest’anno dobbiamo essere bravi a gestirlo questo vantaggio. L’autunno è il momento della verità”, ha concluso la Marchesi.
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