REGGIO EMILIA – E’ questione di giorni, se non di ore. L’Ausl reggiana sta mettendo a punto una strategia comune per affrontare il problema di ritorno dei focolai nelle Rsa e cercare di capire se inasprire l’ultimo Dpcm che prevede, per le case residenza anziani, accessi limitati alle sole persone indicate dall’autorità sanitaria.
Non è esclusa, insomma, ma nemmeno lontana, l’ipotesi che si debba chiudere alle visite dei famigliari. E sta già avvenendo, ha detto Maria Luisa Davoli, direttrice del reparto di Geriatria dell’ospedale Santa Maria: “Se continua così, dovremo prendere provvedimenti restrittivi”, le sue parole ieri sera a Il Medico e il Cittadino su Telereggio, dove era ospite assieme alla collega Morena Pellati, direttrice del programma anziani e fragilità di Ausl.
Come si dice riferendosi ad altri aspetti di questa ripresa del contagio, la cosa positiva è che abbiamo alle spalle quello che abbiamo imparato la scorsa primavera e, quindi, è possibile organizzarsi. Zone rosse nelle Rsa, ad esempio; informazione continua agli operatori, massima attenzione in tutte le strutture, anche in quelle finora rimaste “covid free”. “Stiamo predisponendo una task force con la quale intervenire nelle situazioni in cui si verifichino molti casi, per gestirli al meglio e velocemente”, ha spiegato la Pellati.
Le dottoresse non lo dicono esplicitamente, ma si coglie un pensiero tra le righe: l’estate ha spostato l’attenzione su altre categorie diverse dagli anziani e anche se l’età media dei nuovi casi si è enormemente abbassata, rimane un dato di fatto: “Chi continua a morire sono gli anziani – ha ribadito la Davoli – Non facciamo l’errore di sottovalutarlo solo perché non sono economicamente produttivi”.
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